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“Una volta che avrete conosciuto il volo camminerete sulla terra guardando il cielo, perchè là siete stati e là desidererete tornare” scrisse Leonardo da Vinci genio, visionario, che sulla dimensione aerea realizzò creazioni artistiche di vario genere.
Dalle sue opere, con la rilettura contemporanea realizzata da Emiliano Pellisari con la compagnia NoGravity Theatre, è stato realizzato lo spettacolo “Leonardo“, in scena al Teatro Biondo di Palermo dove ha registrato il sold out in tutte le repliche.
14 passaggi in scena
Ripercorrendo il filone della grande tradizione italiana del Teatro delle Meraviglie sul palco della Sala Grande si sono alternate 14 scene attinte dall’immaginario, più che prolifico, della produzione dell’artista fiorentino.
Alla ricerca dell’equilibrio perfetto, tra circonvoluzioni aeree e leggeri movimenti dei corpi a 360 gradi in perpetua mutazione e, conseguente, nuova creazione Mariana Porceddu e i gli altri cinque danzatori acrobati – tutti in stato di grazia – hanno ricreato una dimensione quasi onirica, ovattata a tratti.
Se lo straniamento visivo iniziale dei quadri proposti incuriosiscono lo spettatore, spinto alla ricerca di una possibile spiegazione razionale a quanto osservato, nel suo svolgimento lo spettacolo, in alcuni momenti, soffre di eccessivo sfoggio di tecnica a discapito dell’emozione generata.
In altri, invece, il lirismo delle movenze e dei brani musicali scelti – il ruolo della musica, ricercata, che richiama le atmosfere rinascimentali è fondamentale – concorrono ad una resa fortemente emozionante.
È il caso, ad esempio, della Passione di Maria dove due danzatori, ruotando intorno all’Albero del Bene, intrecciano le loro vite in un amore che non conosce limiti tra Madre e Figlio. Così come in Astri dove un uomo nudo, solo corpo, interagisce con sfere di luce realizzando la mutazione, attraverso i copri celesti, così come implicito nell’astrologia rinascimentale.
Non sono mancati, ovviamente, i quadri più rinomati della produzione di Leonardo: La Gioconda, simbolo del femminile, riportata sulla scena con una molteplicità di donne nascoste dentro se stessa; o L’ultima cena, dove il tema cristiano è declinato, anche sul palcoscenico, in senso politico con uomini che combattono come animali selvatici sul corpo di Cristo sulle note di Josquin Detrez.
Il pubblico della Sala Grande del Biondo, gremita anche all’ultima replica, applaude ripetutamente.