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Preservare l’arte, la mission del convegno “Lavorare in sicurezza in luoghi unici al mondo”

martedì 18 Febbraio 2020
firenze

Immaginate l’immenso patrimonio artistico monumentale posseduto dal nostro paese, pensate a come questi beni culturali abbiano resistito al tempo e giunti al giorno d’oggi, malgrado l’uomo negli ultimi tempi abbia fatto di tutto per renderne sempre più complicata l’esistenza. Eppure esistono esempi virtuosi dove il raziocinio ancor prima delle risorse abbia perpetrato antiche istituzioni come le Fabbricerie che hanno preservato ad oggi veri e propri gioielli della storia dell’umanità. Le loro realizzazioni hanno visto sovente il sacrificio umano, ma oggi che esistono per fortuna gli strumenti normativi, non bisogna abbassare la guardia perché come tutti sappiamo il “rischio zero” e soltanto qualcosa alla quale si tende. Esiste quindi un punto in cui la storia del nostro passato, l’esperienza nella sicurezza nel lavoro e l’innovazione possono coesistere?

Per confrontarsi su ciò, si è tenuto in questi giorni a Firenze un evento nazionale dal titolo “Lavorare in sicurezza in luoghi unici al mondo”, presso l’Antica Canonica di San Giovanni. L’incontro tecnico è nato dall’impegno organizzativo dell’Arch. Massimo Bonechi nella sua veste di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

Nell’intenzione dei promotori questa è stata una “prima” giornata di studio su un tema specifico, mai ad oggi oggetto di pubblico dibattito, tra addetti ai lavori per favorire il confronto e trasmettere le proprie esperienze al fine di prevenire i rischi per chi presta le sue mansioni in ambienti di lavoro “unici al mondo”.

Secondo l’Arch. Bonechi “Dal 1955 a oggi molte cose sono state fatte in Italia e tante devono ancora essere messe concretamente in atto, in tema di sicurezza sul lavoro. Le leggi ci sono, ma i morti tra i lavoratori non accennano a diminuire in maniera significativa. Tutto questo deve darci l’energia e l’effettiva volontà di impegnarci maggiormente, per prevenire infortuni e malattie professionali. L’Opera di Santa Maria del Fiore da vari anni ha tra i suoi obiettivi primari quello di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori”.

L’amore e la passione per la tutela del bene monumentale affiancata alla grande professionalità si è evidenziata fin dai primi interventi della “squadra” dei “Dirigenti 81/2008 Opera di Santa Maria del Fiore”, Beatrice Agostini, Simone Baldini, Samuele Caciagli, Marco Fredducci che hanno esposto l’attività per la gestione tecnica e amministrativa della sicurezza del complesso monumentale di piazza del Duomo a Firenze. Ad integrare questa esposizione tra la storia, i disegni e le immagini relative ai cantieri messi in atto dalla fabbriceria sul Duomo, spesso anche nelle zone oggi inaccessibili ai più, l’esaustivo intervento sulla “valutazione dei rischi, metodi, risultati e nuovi procedimenti” affrontato dall’Arch. Bonechi.

L’incontro ha dato l’opportunità di comprendere maggiormente l’importanza delle Fabbricerie Italiane, gli strumenti operativi, il metodo organizzativo e la collaborazione tra le istituzioni associate, la creatività nella ricerca di soluzioni durante le insolite operazioni manutentive e di salvaguardia dovute alle particolari condizioni ambientali.  A tal fine gli interventi dell’Ing. Roberto Cela (Tavolo Tecnico Associazione Fabbricerie Italiane) D.T. dell’Opera della Primaziale Pisana, che ha esposto “le linee guida per le ispezioni in quota dei monumenti” e dell’Ing. Davide Beltrame R.S.P.P. della Procuratoria di San Marco di Venezia che ha parlato della “gestione della sicurezza nella cattedrale di San Marco a Venezia”.

L’Ing. Marco Masi (Regione Toscana – Responsabile di settore genio civile Valdarno centrale) ha parlato della sicurezza nei contratti d’appalto e grazie alla sua qualificata esperienza nella materia, ha simulato una gustosa e acuta applicazione dell’odierno D.lgs. 81/08 all’epoca del cantiere della cupola del Brunelleschi di Santa Maria del Fiore.

Si è parlato anche del Responsabile Tecnico Addetto alla Sicurezza (ai sensi del DM 569/92), della sua importanza per la sicurezza, la tutela e la conservazione del bene monumentale.

Nel suo intervento l’Ing. Renzo Botindari, impegnato per la sicurezza degli ambienti di lavoro museali e nel monitoraggio tecnico degli spazi espositivi (GAM, ZAC ed Ecomuseo del Mare di Palermo), ha parlato della crescente attenzione posta verso le applicazioni delle nanotecnologie agli interventi manutentivi e nella duplice veste di R.T.A.S. e di componente della C.C.V.L.P.S. ha sottolineato l’importanza e la delicatezza degli adempimenti di sicurezza aggiuntivi (Art. 80 del T.U.L.P.S.) ogni qual volta il bene monumentale venga utilizzato per lo svolgimento di attività diverse dalla sua “vocazione”, quali eventi e  spettacoli.

Durante l’esposizione della tematica dai vari punti di vista, nella sezione dei lavori dedicata alla “Formazione e Applicazione”, hanno destato interesse le testimonianze professionali degli Arch. Lorenzo Leoncini e Marco Ferri, dell’Arch. Alessandro Alfaioli (Direttore della Scuola Edile di Firenze) che ha parlato della formazione obbligatoria e dell’approccio dei giovani a questa. Infine è stata la volta delle realtà imprenditoriali con la spettacolarità degli interventi su fune per la manutenzione e il monitoraggio presentata da Diego Bernazzoli della Vertica srl e di Piero Faraone titolare della Faraone Industrie SpA impegnata nella realizzazione delle attrezzature per la sicurezza nel cantiere.

Occorre guardare anche al futuro e agli strumenti che la tecnologia oggi offre per perpetrare alle future generazioni il godimento e la sicurezza del patrimonio artistico, una delle importanti “mission” della 4Ward360.

A tal fine il contributo dell’Arch. Maria Fausta Anzioli, (ref. tecnico per i beni culturali del laboratorio di nanotecnologie) che ha illustrato come conservazione e sicurezza sono oggi possibili: “La dimostrazione è quanto avvenuto nella concattedrale di San Giovanni Battista, uno dei siti Unesco a La Valletta, Malta, dove è stato raggiunto (da 4Ward360 mediante le nanotecnologie) un risultato eccellente di protezione della pavimentazione in marmo dall’usura, oltre alla protezione antiscivolo per la fruizione in sicurezza del monumento da parte di turisti, fedeli e addetti alla manutenzione del monumento”.

A quanto sopra la Dr.ssa Sabrina Zuccalà (Titolare della “4ward360”) ha aggiunto: “cerchiamo continuamente di migliorare la ricerca sui nano materiali affinché siano sempre più performanti sul patrimonio dei Beni Culturali. Crediamo nelle nuove collaborazioni, a partire dalle Università per la necessità di studiare insieme le applicazioni dei nostri formulati nanotecnologici. A conferma di ciò i risultati degli studi effettuati dopo le applicazioni su beni patrimonio dell’Unesco come l’Esercito di Terracotta in Cina, nei pavimenti della concattedrale de La Valletta a Malta o quelli sul Relitto Navale di Marausa in Sicilia”.

Tutti temi interessanti che meritano approfondimento. Esperienze “straordinarie” i cui modelli ci si auspica vengano estesi alla cura in genere dell’enorme patrimonio monumentale nazionale ma soprattutto una occasione importante per tenere sempre vigile l’attenzione sui beni culturali e soprattutto sulla sicurezza dei lavoratori.

 

 

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