Blitz della squadra mobile stamattina all’alba a Messina, dove è stato scoperchiato un sistema di mazzette a pubblici funzionari per l’aggiudicazione di appalti. Nell’operazione denominata “Ottavo cerchio” questa notte sono state eseguite undici misure cautelari, tre in carcere e otto ai domiciliari, siglate dal gip Maria Militello su richiesta della Procura retta da Maurizio De Lucia.
Al centro della vicenda alcuni lavori pubblici a Messina e Mazara del Vallo, oltre ad alcune gare in complessi condominiali gestiti da A.Ri.sMe., l’Agenzia per il risanamento di Messina. Sono coinvolti anche un ingegnere del Comune e un funzionario del Genio Civile, entrambi in servizio a Messina. Fra gli arrestati figurano anche un ingegnere del Comune di Messina, un dirigente del Genio civile di Trapani e un funzionario del Genio civile di Messina.
In pratica, un vero e proprio sistema avrebbe coinvolto esponenti della criminalità organizzata come Antonino Bonaffini “Ninetta” e Marcello Tavilla e poi un noto imprenditore edile, Giuseppe Micali. I funzionari pubblici e alcuni amministratori di condominio avrebbero incassato “mazzette” e altre utilità, perfino un’auto d’epoca.
Tra gli arrestati anche un autista in servizio in Procura, addetto all’accompagnamento dei magistrati che avrebbe informato Marcello Tavilla dei movimenti del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, e dandogli informazioni sullo stato delle indagini a suo carico.
Le accuse vanno dalla corruzione al trasferimento fraudolento di valori, passando per l’accesso abusivo al sistema informatico.
Un trojan piazzato nei telefoni di due sospetti ha svelato il giro di mazzette. L’inchiesta è nata dall’intimidazione subita da un commerciante, Pietro Ferrante, che ha negato di aver subito estorsioni, ma non ha convinto la polizia che ha iniziato a intercettarlo. Sono emersi così i suoi contatti con l’imprenditore pregiudicato, Marcello Tavilla. I due erano soci nella ditta di import-export di pesce Blu Marine Service. Tavilla, insieme all’amante Cinzia Fiorentino e a Pietro Ferrante, avrebbe corrotto un funzionario del Genio Civile di Messina, perché, in cambio di soldi, favorisse nell’aggiudicazione di lavori pubblici le ditte edili degli imprenditori Giuseppe Micali e Giovanni Francalanza. Al funzionario erano stati promessi duemila euro per ogni appalto vinto.
Tavilla e i complici avrebbero corrotto anche un ex assessore Giorgio Muscolino amministratore del complesso di edilizia popolare “Sottomontagna”, gestito dall’Agenzia per il Risanamento della città (A.Ris.Me.). Senza aver mai effettuato una selezione, e dunque in violazione di legge, Muscolino, che avrebbe intascato quattrocento euro, ha affidato alla ditta di Tavilla i lavori per la sistemazione del parcheggio di “Sottomontagna”.
Dal trojan piazzato nel cellulare di Micali è poi venuta fuori un’altra storia di corruzione: quella di Giuseppe Frigone, funzionario del Comune di Messina in servizio al Dipartimento Immobili Comunali. In cambio di una mazzetta di mille euro il funzionario gli avrebbe affidato in somma urgenza, quindi senza gara, i lavori di manutenzione straordinaria al mercato cittadino Sant’Orsola.
Ma l’azione di Micali, sempre ascoltato dalla polizia grazie al trojan, non si sarebbe fermata a Messina. L’imprenditore si sarebbe aggiudicato i lavori di dragaggio nel porto di Mazara del Vallo (TP), per un importo di oltre un milione. Insieme ad altri due imprenditori indagati avrebbe corrotto Giancarlo Teresi, ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, responsabile dei lavori nel porto.
Per assicurarsi l’appalto del dragaggio del porto-canale Micali avrebbe regalato al funzionario il denaro per l’acquisito di un’auto d’epoca, un soggiorno gratuito in un hotel di Messina e una cena per lui e per altre cinque persone in un ristorante di Milazzo.
L’autista giudiziario arrestato è Angelo Parialò: secondo l’accusa faceva da intermediario tra l’imprenditore Marcello Tavilla, finito in carcere oggi, e impiegati del Tribunale di Messina incaricati della nomina di amministratori di condominio. Il piano era fare avere l’affidamento degli incarichi a persone vicine a Tavilla e alla sua amante, Cinzia Fiorentino. Un meccanismo che avrebbe poi permesso ai due di beneficiare dell’eventuale assegnazione di lavori di manutenzione degli ascensori nei condomini in favore di una ditta riconducibile alla Fiorentino. L’autista in cambio avrebbe avuto l’assunzione, in una delle imprese di Tavilla, di un familiare della donna con cui aveva una relazione. L’arrestato svelava inoltre notizie su indagini in corso e sugli spostamenti di magistrati sottoposti a tutela.
Le persone arrestate stamani dalla polizia stamani a Messina nell’operazione ‘Ottavo Cerchio‘ con le accuse a vario titolo di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni sono Antonino Bonaffini, 46 anni, Giuseppe Micali, 57, Marcello Tavilla, 48, Felice D’Agostino, 62, Pietro Ferrante, 53 anni, Cinzia Fiorentino, 52, Giovanni Fracalanza, 51, Giuseppe Frigione, 44, Giorgio Muscolino, 39, Angelo Parialò, 64, Giancarlo Teresi, 62.
I primi tre sono in carcere gli altri ai domiciliari. É in corso di esecuzione il sequestro preventivo del complesso di beni e di utilità economiche della società Mareblu, formalmente intestato al Tavilla e a Bonaffini.
“La corruttela ed il malaffare emersi dall’indagine risultavano certamente caratterizzati da alti livelli di integrazione e di infiltrazione nell’attivita’ politica, amministrativa ed economica della citta’“. E’ quanto si legge nell’ordinanza.
“Il sistema del compromesso, dell’intrattenere rapporti con soggetti dalla dubbia reputazione – o, addirittura, dal noto spessore criminale – scrivono i magistrati – avrebbero potuto, ove non immediatamente ed adeguatamente arginati, indurre le persone alla convinzione che comportamenti illeciti, quali la prestazione o la promessa dell’indebito, possano far parte di una prassi consolidata, esercitata da tutti e facendola apparire – se non lecita – acquisita e ‘normale'”.