Non si arrestano le polemiche in merito alla morte da coronavirus del direttore del Parco archeologico di Siracusa, Calogero Rizzuto.
Numerosi sono stati i mal di pancia da parte di medici e persone del settore che attraverso i social e non solo, hanno poco gradito la denuncia fatta dal deputato del Pd Nello Dipasquale che ha evidenziato l’odissea sanitaria trascorsa dal 4 marzo sino al giorno del suo decesso del direttore.
Un misunderstanding tra i medici e l’ex presidente della commissione alla Sanità dell’Ars del governo Crocetta che tiene a precisare a ilSicilia.it: “Ho solo riportato dettagliatamente la cronostoria di ciò che è avvenuto nei giorni antecedenti alla morte di Rizzuto. I modelli sanitari passati hanno avuto le loro colpe. Adesso questo è il responsabile di ciò che accade”. Afferma.
Il deputato regionale nel suo esposto inviato al Prefetto e alla Procura di Siracusa, la quale ha aperto una inchiesta, evidenzia il ritardo dell’esito del tampone effettuato al Rizzuto e una serie di ambiguità che, ad oggi, la famiglia di Rizzuto, attraverso gli avvocati Giovanni Giuca e Salvatore Trombatore, ha evidenziato.
Ma una domanda si pone Dipasquale che potrebbe creare allarmismo nella città di Siracusa. “Il direttore Rizzuto con quante persone è stato in contatto prima che l’ospedale sanitario decretava la sua positività al covid-19?”
Allarme che ha destato un certo effetto anche alla Sovrintendenza. E infatti è di oggi la notizia che una funzionaria, è deceduta oggi dopo che ieri era stata trasferita in ospedale, all’Umberto I di Siracusa, per essere sottoposta a dei controlli e verificare quali siano le sue condizioni di salute.
L’autorità sanitaria sta provando a risalire alla rete dei contatti della dirigente e degli altri dipendenti della Sovrintendenza, alla luce della positività del direttore del Parco archeologico di Siracusa che, naturalmente, frequentava la sede dell’ente.