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Se l’arrivo del Coronavirus ha, nei primi giorni, paralizzato l’Italia intera di sicuro allo stesso tempo ha sovrastimato molto, in positivo, la creatività e la volontà di condividere il “bello“.
Esempio concreto, tra gli altri, è il CO.VI.3D (Contemporary Vision) tridimensionale, iniziativa di un gruppo di giovani dell’associazione Creative Spaces di Caltanissetta, per dare vita a una galleria d’arte virtuale.
Ogni sala del museo sarà dedicata a artisti e letterati siciliani come il pittore Gino Morici, lo scultore Emilio Greco, gli scrittori Salvatore Quasimodo e Andrea Camilleri.
Lo “spazio virtuale” è stato concepito secondo canoni architettonici tipici di una struttura espositiva, composta dalle sale, ovviamente, e dalla facciata esterna resa più viva da murales artistici.
La visita consiste in un tour nello spazio museale, passeggiate video esterne e interne; mentre l’opera di ogni artista è corredata da una scheda personale, esattamente come in un museo “normale”.
Qualche giorno fa è stata inaugurata la terza sala, dedicata a Emilio Greco, con la collettiva della mostra “ArT Home“.
E se da un alto c’è la virtualità dall’altro c’è la concretezza di un progetto: sulla scia del museo virtuale, infatti, saranno in futuro organizzate attività culturali e mostre collettive non virtuali.
L’associazione Creative Spaces, di cui è presidente Eros Di Prima, nasce, circa tre anni fa, come veicolo per lo sviluppo economico, sociale e umano convogliato dalla cultura a 360 gradi.
“La cultura non è professione per pochi: è una condizione per tutti, che completa l’esistenza dell’uomo“, così definì Elio Vittorini la sua idea di cultura, intesa non solo come bene essenziale, ma soprattutto da condividere. Base salda su cui si fonda, sin dall’inizio, l’attività della Creative Spaces, che conta sul lavoro di una decina di professionisti di vari settori tutti rivolti allo sviluppo culturale.
“L’idea – ci ha detto Di Prima – è nata nel periodo di quarantena, pensando con il gruppo di lavoro dell’associazione, come mettere a frutto questa nuova e imprevista circostanza visto che noi abbiamo sempre operato a stretto contatto con le persone. Ragionando siamo arrivati a concretizzare questo modello virtuale con dimensioni totalmente reali, comprese quelle delle opere (non si potranno inserire più opere del dovuto ad esempio); ma l’idea non è soltanto quello di fare esposizioni virtuali ma soprattutto, in futuro, di sviluppare attività che non siano, un domani, esclusivamente virtuali. Puntiamo nell’utilizzo della tecnologia a supporto della socialità di domani, sperando di portare le stesse collettive di artisti in mostre reali quanto prima“.
Dall’inaugurazione, il 4 aprile scorso, sono già più di 8.000 gli accessi al museo virtuale e sono più di cinquanta gli artisti da tutto il mondo che hanno aderito al progetto (Italia, Germania, Spagna, Ungheria, Romania, Albania, America, Messico, Australia).