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Nel giorno in cui ricordiamo Aldo Moro, vittima del terrorismo e Peppino Impastato ucciso dalla mafia, pochi ricorderanno Giovanni Bonsignore, Dirigente Generale della Regione Siciliana ucciso su commissione di un collega d’ufficio.
Ecco il ricordo di Pino Apprendi: «Sono passati 30 anni da quel 9 maggio 1990. Una persona competente e irreprensibile, “spigoloso” lo definiva qualcuno, ma i suoi colleghi di lavoro lo ricordano come una persona di grandi capacità professionali che fece scuola a molti di loro che ancora oggi lo ringraziano. In Sicilia si muore anche perché si fa il proprio dovere e il dirigente Giovanni Bonsignore lo faceva tutti i giorni, senza guardare in faccia nessuno.
Il suo lavoro lo portò a scoprire una truffa messa in atto da un suo collega che non esitò a denunciare. Da lì questa persona senza scrupoli ne ordinò l’uccisione, assoldando due gaglioffi. Solita modalità, uscito da casa si stava recando nel suo nuovo ufficio dove era stato trasferito, quando lo uccisero. Il film è sempre lo stesso: se chi denuncia viene isolato prima o poi la paga, una triste realtà con la quale hanno fatto i conti tanti siciliani onesti uccisi per avere fatto il proprio dovere».
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