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Con i suoi 20 comuni, ciascuno con caratteristiche sue proprie, Enna è la provincia più piccola della Sicilia.
Se la posizione di questo territorio al centro dell’Isola ha alimentato un secolare svantaggio adesso può diventare determinante per avviare un processo di sviluppo idoneo a spingerlo fuori dalle sabbie mobili della marginalità economica. Anche se esigui i segnali non mancano e occorre ampliarli. Se a produrne da un decennio è la struttura del l’Outlet Village, adesso le aspettative sono puntate anche sull’area industriale di Dittaino e Troina, inserita di diritto tra le 35 Zes (Zone economiche speciali) della Sicilia orientale. “Ma è l’intera provincia che va valorizzata bene, attraverso campagne di marketing territoriale specifiche a ciascuno dei suoi variegati contenitori culturali e paesaggistici“, sostiene la deputata regionale Luisa Lantieri.
Il mega Outlet situato nel mezzo della Valle del Dittaino – continua Lantieri – “spinge di certo l’economia di questa provincia: lo fa da anni e ha ripreso a farlo adesso che si è chiuso il periodo nero del lockdown; ma occorre promuovere i luoghi: dalla stessa Enna, con il suo Castello di Lombardia, a Piazza Armerina con la sua Villa Romana del Casale, che dista peraltro una decina di chilometri da un attrattore turistico come l’Outlet; e investendo sulla conoscenza di cittadine d’origini medievali come Nicosia o Pietraperzia, con il suo centro storico in cui si alternano chiese seicentesche e palazzi neoclassici“.
Luoghi a cui si aggiungono le numerose aree naturali protette sotto forma di riserve orientate con boschi ricchi di biodiversità e scenografici laghi formati grazie a dighe, oltre al Parco Minerario di Floristella, luogo di riferimento nella narrazione del duro lavoro nelle miniere della Sicilia.
“Senza dimenticare il patrimonio di tradizioni gastronomiche dell’ennese – conclude Lantieri – L’outlet può insomma aiutare a far conoscere il nostro territorio, più quieto delle zone costiere siciliane ma da scoprire nelle sue tante suggestioni”. Essere al centro della Sicilia, anziché penalizzante, può diventare valore aggiunto.