Piovono assoluzioni nel processo sul Parco Cassarà.
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Palermo, Michele Guarnotta, ha scagionato dalle accuse l’architetto dirigente del Comune di Palermo, Vincenzo Polizzi e gli imprenditori Francesco e Filippo Chiazzese.
Le accuse andavano dal falso ideologico al disastro doloso.
LA VICENDA DEL PARCO CASSARÀ
La vicenda riguardava i lavori per la realizzazione dell’area verde. La struttura, che sorge nella vastissima area compresa tra la presidenza della regione e l’università di Palermo, non e’ mai di fatto stata aperta per la presenza di numerosi depositi di amianto, accumulatisi nel tempo a causa della incuria e dell’abbandono in cui i terreni erano rimasti per decenni.
Attualmente il parco Cassarà è sequestrato e in attesa dei lavori di rimozione sicura dell’amianto e degli altri materiali pericolosi che vi si trovano. Proprio per i lavori diretti a eliminare le sostanze nocive era stata aperta una inchiesta. I tre imputati avevano così chiesto e ottenuto il rito abbreviato. I legali di Polizzi hanno dimostrato che l’architetto non si e’ reso responsabile di alcuna falsa attestazione, ne’ del disastro doloso.
I Chiazzese erano stati gli esecutori dei lavori, mentre Polizzi era responsabile unico del procedimento per la realizzazione del Parco urbano.