“Gli impiegati dell’ufficio anagrafe del comune di Palermo rispettino quanto prevede il decreto sicurezza in tema di immigrazione, anche perché seguendo l’ordine del sindaco di non applicare la legge potrebbero commettere un reato del quale sarebbero chiamati a rispondere personalmente, nonostante le rassicurazioni del primo cittadino”. È l’appello lanciato ai dipendenti municipali da Igor Gelarda, consigliere comunale della Lega a Palermo e coordinatore regionale enti locali del partito guidato dal vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, affiancato a Sala delle Lapidi da Elio Ficarra.
“Il sindaco di Palermo contesta un decreto di buon senso – dicono gli esponenti del Carroccio – che mette un po’ di regole e ordine nelle città, oltre ad alcuni limiti all’immigrazione clandestina fuori controllo. Contestare il decreto Salvini significa, concretamente, andare contro ad una legge dello Stato che prevede l’espulsione dei richiedenti asilo che spacciano, stuprano, scippano, aggrediscono. Senza contare che in Italia, anche gli immigrati irregolari, di diritti, ne hanno abbastanza. Pensiamo al diritto alla salute, con l’assistenza sanitaria totale e gratuita, o il diritto allo studio. Semplicemente, con il decreto sicurezza non si regalano più altri diritti ai furbetti per come invece è stato fatto fino a ieri”.
I due rappresentanti della Lega auspicano inoltre un pronto intervento del prefetto di Palermo, autorità alla quale è demandata la vigilanza degli ufficiali dell’anagrafe, affinché possa trovare applicazione la legge recentemente approvata in Parlamento.
“La verità – concludono Gelarda e Ficarra – è che Orlando sta facendo campagna elettorale sulla pelle dei palermitani, cercando un po’ di consenso a sinistra, dove in questo momento non si capisce chi comanda. Ma così facendo, ordinando cioè ai suoi uffici di non rispettare il decreto sicurezza, il sindaco di Palermo sostanzialmente favorisce la clandestinità. Ne risponderà di fronte alla legge e alla storia”.