Buio pesto in fondo al tunnel. La crisi dell’impresa catanese Tecnis mette in ginocchio mezza Sicilia col rischio di allungare la lista delle incompiute.
La decisione di fermare tutti i cantieri “in attesa della valutazione del Ministro dello Sviluppo Economico” per alcune operazioni che riguardano l’assetto societario, infatti, non fa che aumentare le preoccupazioni di sindaci, cittadini, operai e sindacati.
L’ex colosso delle costruzioni fino al 2015 era l’impresa n. 1 in Sicilia, la 15ª in Italia per fatturato; oggi invece, alcune inchieste giudiziarie, l’amministrazione straordinaria e la procedura di vendita hanno minato la stabilità di tanti appalti sparsi nell’Isola.
Tra i principali ricordiamo: l’Anello Ferroviario di Palermo (Giachery-Politeama), il collettore fognario “Sistema Cala” (disinquinamento della fascia costiera dall’Acquasanta al fiume Oreto, subappaltato a Sikelia), l’ammodernamento del Policlinico di Palermo (Sikelia), i lavori al famoso viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento (ATI Bolognetta scpa, composta da Ccc, Tecnis e Cmc), la metropolitana di Catania, passando per il porto di Catania, quello di Ragusa, l’interporto di Catania e il progetto (rimasto sulla carta) dell’Interporto di Termini Imerese. A questi appalti si aggiungono poi la Salerno-Reggio Calabria, il raddoppio della Tiburtina a Roma e altre centinaia di commesse in tutta Italia.
La procedura di vendita di Tecnis – insieme alle collegate “Artemis spa” e “Cogip holding” – è gestita dal commissario Saverio Ruperto. In vendita commesse e concessioni per un valore di 1,8 miliardi di euro, riserve di cantiere per 432 milioni, e un organico amministrativo e di cantiere di circa 200 persone (prima superava le 800 unità).
In attesa dell’intervento del MISE sullo sblocco della procedura di vendita, quali saranno gli effetti nei vari cantieri?
A Palermo già da quattro anni e mezzo automobilisti, residenti e commercianti sopportano i disagi dei cantieri infiniti. In via Emerico Amari l’urlo di disperazione dell’Associazione “Amari Cantieri” che un mese fa aveva ricevuto le rassicurazioni del ministro Cinquestelle Danilo Toninelli.
«Da quella fatidica data del 24/07/2014 in cui il Comune di Palermo consegnò l’opera a Tecnis il nostro disagio è stato spesso ignorato – attacca Francesco Raffa – ed oggi dopo 1.637 giorni (a fronte dei 1.095 previsti) ci troviamo a un quarto dei lavori, con più di 20 attività commerciali che hanno chiuso, con aree ormai libere da cantiere abbandonate a se stesse (e con marciapiedi riconsegnati in condizioni pietose) e con le aree attualmente cantierizzate assolutamente inattive e quindi inutilmente occupate. Auspichiamo che qualcuno si senta in obbligo di rispondere ai tanti cittadini che hanno sofferto per quello che ritenevano essere il superiore bene comune (ad una mobilità migliore nello specifico) e si è ad oggi rivelato solo uno strumento di distruzione a fronte di un’opera che pare essere giunta solo al 25% di esecuzione».
A rincarare la dose anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: «Governo del cambiamento o Governo del CambiaNiente». È il post al vetriolo sui social network: «Ma non dovevano risolvere tutto “in due settimane”? – chiede ironicamente Orlando –
Oggi la società Tecnis, che sta facendo i lavori per l’anello ferroviario appaltati dalla Ferrovie, ha comunicato che ferma tutti i cantieri “in attesa della valutazione del Ministro dello Sviluppo Economico” per alcune operazioni che riguardano l’assetto societario dell’azienda. Tutto questo è inaccettabile e non è più possibile che questa opera, che è certamente utile ed importante per la mobilità a Palermo, continui a restare una eterna incompiuta. Anche se è nata male sotto la giunta Cammarata, non possiamo lasciare che finisca male. Mi auguro che il Ministro Di Maio si muova, quantomeno per rispettare le promesse fatte dai suoi rappresentanti locali in campagna elettorale. Questo contratto è stato fatto male ai tempi di Cammarata, escludendo il Comune dalla possibilità di vigilanza e controllo e per questo abbiamo chiesto a RFI di rescinderlo. Ora la Tecnis pensi alle necessità dei cittadini e dei commercianti di Palermo e riprenda subito il lavoro in via Amari e a Piazza Castelnuovo, senza aspettare i pareri del Governo nazionale».
Interdetti anche i sindacati degli edili. “Noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale sul fermo del cantiere. Che il cantiere vada da mesi a rilento è un fatto certo ma dal commissario Ruperto non abbiamo ricevuto nessun avviso di sospensione dei lavori – dichiarano i segretari provinciali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Ignazio Baudo, Paolo D’Anca e Piero Ceraulo –
Il nostro auspicio è che avvenga al più presto la vendita del complesso aziendale, per fare ripartire la produttività e aumentare i livelli occupazionali. Interrompere il cantiere significa mettere Rfi in condizione di rescindere il contratto. Il governo si prenda le sue responsabilità e intervenga per eliminare le problematicità che potrebbero portare alla sospensione del cantiere. Rimaniamo in attesa di comunicazione formali e siamo pronti a muoverci con una mobilitazione per portare avanti le nostre rimostranze. I ritardi della vendita non possono essere scaricati sui lavoratori con il fermo del cantiere. Per noi è inaccettabile”.
Dario Chinnici, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, attacca il ministro Di Maio: «Lo stop ai cantieri dell’anello ferroviario di Palermo, annunciato dalla Tecnis, è uno schiaffo alla città: il ministro Di Maio, anziché perdere tempo sui social, richiami il commissario nominato dal Governo e gli imponga di far riprendere immediatamente i lavori. Palermo non può certo aspettare che si venda il ramo d’azienda, né accettare che interi quartieri restino sembrati a spese di residenti e commercianti. Che fine hanno fatto le mirabolanti promesse del M5s sui cantieri più veloci, fatte dal ministro Toninelli appena lo scorso novembre? Un bluff, come tutte le promesse di questo Governo, e a pagarne le conseguenze sono i palermitani e i lavoratori della Tecnis».
In serata, ieri, la precisazione di RFI: «In merito alle notizie di sospensione dei lavori dell’Anello ferroviario di Palermo, si precisa che Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) è immediatamente intervenuta su Tecnis, che ha confermato che dal prossimo lunedì 21 gennaio i cantieri torneranno a pieno regime».
In attesa di scoprire se l’annuncio sarà rispettato, mezza Palermo è transennata: dalla centralissima Piazza Castelnuovo, a via Paternostro, via Sicilia, via Emerico Amari (ANELLO FS); via Roma, via Guardione (COLLETTORE FOGNARIO).
Serve il richiamo ai tempi certi di realizzazione degli appalti. Una riforma non è più rinviabile perché a pagare il prezzo più alto sono sempre i cittadini. Non è accettabile che un’opera che doveva concludersi in 3 anni, è ancora bloccata al 25%. Si applichino le penali previste dal codice degli appalti e si risarciscano i commercianti che hanno chiuso le proprie attività.
L’ANAC, che già conosce bene la storia della Tecnis e dell’Anello Ferroviario, imponga a Italferr e Rfi la svolta necessaria una volta per tutte.
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