Indagini in corso dei Carabinieri di Taormina per provare a fare luce sull’inquietante episodio di un furgone Fiat Doblò Maxi dato alle fiamme da ignoti nella frazione di Trappitello.
I militari dell’Arma, diretti dal Comandante Arcangelo Maiello, stanno cercando di fare luce sulla vicenda avvenuta nelle notte tra martedì e mercoledì scorso in via Arancio. I
l mezzo dato alle fiamme era parcheggiato proprio accanto al cancello di ingresso di un’impresa con sede a Piedimonte Etneo che si occupa della produzione e vendita al dettaglio e all’ingrosso di gas in bombole e all’interno del Doblò si trovavano, tra l’altro, proprio cinque bombole.
C’è stretto riserbo tra gli inquirenti ma i Carabinieri starebbero svolgendo indagini a largo raggio ed in particolare l’attenzione sarebbe rivolta agli ambienti dell’etneo. Il titolare dell’impresa nella denuncia sporta ai carabinieri ha asserito, a quanto pare, di non aver mai ricevuto minacce o alcun tentativo di intimidazione, aggiungendo che all’inizio aveva pensato si fosse trattato di un incendio non di natura dolosa.
I Carabinieri stanno però verificando se si sia trattato di un atto ricollegabile a un possibile tentativo di estorsione ed anche per questo, tra le varie ipotesi investigative, starebbero concentrando la loro attenzione, come detto, sugli ambienti del Catanese.
Le indagini si presentano non semplici anche perché è in atto il tentativo di trovare delle immagini di telecamere della zona ma, a quanto risulta, non ci sarebbero sistemi di videosorveglianza in quella strada. Delle telecamere in passato si trovavano proprio nelle vicinanze del deposito, tuttavia in seguito sono state rimosse e non sono state più ricollocate. L’incendio si è verificato nella parte terminale della via Arancio, qualche centinaio di metri dopo i complessi residenziali e le villette che si trovano in zona, in un punto più isolato nel quale c’è soltanto la sede della ditta di bombole e di fronte dei terreni di campagna.
I malviventi potrebbero aver appiccato il fuoco al Fiat Doblò Maxi per poi percorrere la via Arancio in direzione dei complessi residenziali e quindi sino in fondo, immettendosi nella SS185-Via Francavilla per poi dirigersi verso il vicino casello autostradale di Giardini Naxos.
Ma non si esclude neppure che abbiano fatto un percorso alternativo tra le strade di campagna. Al momento non ci sono conferme e, soprattutto, non c’è il conforto di telecamere. L’attentato è avvenuto quando ancora era notte, intorno alle ore 4.
Alcuni reperti sono stati già trasmessi ai Carabinieri del Ris di Messina per i relativi accertamenti scientifici, al fine di verificare se vi siano delle impronte e se qualche malvivente abbia lasciato il suo Dna. L’attenzione si concentra sul finto ordigno, una bottiglia di plastica che era posizionata proprio davanti al cancello di ingresso della ditta. Si trattava di una bottiglia vuota con un cilindro e dei cavi elettrici, legati da nastro isolante. I Ris esamineranno quindi sia la bottiglia che il cilindro posizionato nella parte superiore della stessa.
Nella circostanza sul posto sono giunti i Carabinieri del Nucleo Artificieri che hanno appurato non si trattava di una bomba artigianale ma probabilmente di un oggetto lasciato lì a scopo dimostrativo, presumibilmente intimidatorio. Alle spalle del furgone incendiato c’era anche un altro Doblò soltanto lambito e quindi marginalmente interessato dal rogo.