Mafia e droga sull’asse Palermo-Napoli. I Carabinieri del Comando provinciale di Palermo stamattina all’alba hanno messo a segno l’operazione denominata “Blanco”, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dodici persone (10 in carcere e 2 ai domiciliari), accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolar modo “cocaina”, fra Palermo e le province di Agrigento e Caltanissetta.
L’indagine rappresenta il prosieguo di un’inchiesta già avviata nei confronti degli esponenti del mandamento mafioso di Porta Nuova, in cui erano già state registrate, nei luoghi utilizzati dal reggente pro tempore Paolo Calcagno, le frequentazioni tra i vertici di quell’articolazione e Ottavio Abbate.
Quest’ultimo è stato arrestato da ultimo nel 2017 e, in passato, è stato condannato per reati associativi di tipo mafioso e legati al traffico di droga. Il suo nucleo familiare sarebbe da decenni molto influente nelle dinamiche mafiose sviluppate nei quartieri palermitani della Kalsa e di Borgo Vecchio, tanto che alcuni suoi componenti avrebbero rivestito ruoli di vertice all’interno delle rispettive famiglie mafiose di Palermo Centro e di Borgo Vecchio.
Il monitoraggio di Abbate ha permesso di individuare un’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con base operativa all’interno del quartiere Kalsa, in cui egli veniva coadiuvato dai pregiudicati Antonino Augello, Gaetano Musicò e Emanuele Mazzola (quest’ultimo legato per rapporti di parentela e di vicinanza a esponenti del mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù), i quali provvedevano al trasporto della droga dai luoghi di occultamento alla piazza di spaccio; alla raccolta del denaro delle singole cessioni; al reperimento degli strumenti necessari per lo sviluppo dell’attività delittuosa quali, ad esempio, l’attivazione di schede telefoniche intestate a sconosciuti.
Gli sviluppi investigativi hanno consentito di documentare la consistente attività di spaccio condotta da Mazzola e dal cognato Andrea Licci, orientata anche nelle province di Agrigento e Caltanissetta, con l’identificazione dei numerosi clienti; il coinvolgimento di Emanuele Mazzola in un’altra associazione per delinquere finalizzata alla medesima tipologia di reato, le cui figure apicali venivano individuati nei componenti della famiglia Luisi, i quali avevano consolidati legami con esponenti di rilievo dei mandamenti mafiosi palermitani di Santa Maria di Gesù e di Brancaccio, localizzando i loro fornitori della droga nelle zone del napoletano.
Questi gli arrestati: Ottavio Abbate, Antonino Augello, Carmelo Di Marzo, Vincenzo Di Pasquale, Claudio Leto, Andrea Licci, Armando Luisi, Salvatore Luisi, Emanuele Mazzola, Gaetano Musicò, Salvatore Provenzano, Domenico Sollami.