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Il suo biglietto da vista come apripista su Facebook è “Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto”. Una citazione di Oscar Wilde. E al politico dei Radicali non si può dire che non abbia osato nella sua vita.
Tra i fermati dalla Procura di Palermo, accusati a vario titolo di associazione mafiosa e favoreggiamento, c’è anche questo esponente dei Radicali italiani: Antonello Nicosia.
Tramite i contatti con la deputata Giuseppina Occhionero (41 anni, ex Leu e ora Italia Viva), di cui è stato collaboratore parlamentare, Nicosia sarebbe riuscito, secondo l’accusa, a entrare in istituti di pena di alta sicurezza e fare da tramite tra detenuti e cosche.
Direttore dell’Osservatorio Internazionale dei diritti umani (Oidu), pedagogista, laureato in Scienze della Formazione multimediale con una tesi sul “Trattamento penitenziario, ascoltare e progettare per rieducare sorvegliare e rieducare, l’esperienza carcere”, Antonello Nicosia, originario di Sciacca, è stato eletto per due anni (2017-2018) come componente del Comitato Nazionale dei Radicali Italiani.
Sempre nel curriculum si dice “assistente parlamentare” e “docente a contratto nella scuola pubblica come esperto nei corsi PON”. Nel 2011 è stato coordinatore del progetto “La Tavola Multiculturale” attività a favore della formazione e dell’integrazione degli immigrati. Nicosia indica tra i suoi titoli quello di ricercatore presso l’Invalsi, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, e quello di insegnante di Storia della mafia nell’Università della California.
Presentatore del programma tv Mezz’ora d’aria, ha preso parte alla kermesse della Leopolda. A luglio aveva invece espresso il suo supporto a Carola Rackete, inviando alla capitana una lettera di incoraggiamento in cui Nicosia scriveva: “Il coraggio delle proprie azioni ha il sapore della libertà, delle idee che vivono e librano attraverso convinzioni ferree e ben determinate. Amo la libertà, in toto. La libertà di pensiero, la libertà di esprimersi, quella di agire. Agire per la salvaguardia di un diritto fondamentale: la sicurezza
Sui social ha criticato aspramente il governo Musumeci affermando: “Musumeci ha continuato l’opera di Crocetta, nessun cambiamento… poltrone, incarichi, strumentalizzazione politica, tante chiacchiere… tanto spreco!”.
E ad anche: “Musumeci sembra costretto a mantenere il Prof. Findaca Garante dei Diritti dei Detenuti. L’anziano professore di diritto ormai stanco, occupa una poltrona importante che potrebbe invece vedere giovani professionisti esperti penitenziari visitare le strutture carcerarie siciliane e poter intervenire ogni giorno a garanzia non solo dei detenuti, ma anche degli operatori che vivono simili disagi. Due anni fa ho chiesto al prof di dimettersi perché non aveva visitato gli istituti, oggi lo prego di dimettersi perché le problematiche penitenziarie sfociano in tragedie umane e lui spende troppi soldi e occupa spazi e risorse umane della Regione facendone un pessimo uso“.
In alcune intercettazioni avrebbe definito Matteo Messina Denaro “il nostro premier” e insultato Giovanni Falcone, definendo la sua morte “incidente sul lavoro”: “All’aeroporto bisogna cambiare il nome. Non va bene Falcone e Borsellino. Perchè dobbiamo arriminare (girare, ndr) sempre la stessa merda. Sono vittime di un incidente sul lavoro, no?“.
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