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Avevano ricostituito un clan mafioso, arrestati cinque ex pentiti a Messina

venerdì 20 Dicembre 2019
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foto di repertorio

La polizia ha arrestato cinque ex pentiti della mafia messinese tornati ad associarsi in una cosca.

I criminali, tornati nella città siciliana, si sono armati e hanno ripreso il controllo del territorio dedicandosi a estorsioni e traffico di droga.

L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Messina, ha portato in totale a 14 misure cautelari. Tredici persone sono finite in carcere e una ai domiciliari.

Gli ex pentiti, volti noti della mafia negli anni Ottanta e Novanta, che avevano deciso di collaborare con la giustizia, una volta tornati in Sicilia avevano ritessuto le fila dei propri rapporti malavitosi. Il loro progetto era di spadroneggiare a Messina nelle attività criminali e, suddivisi in due gruppi, avevano dato vita a due nuove cosche mafiose collegate. Una stabiliva le regole e l’altra si occupava del traffico di droga. Le riunioni erano avvenute in un ristorante del centro città appartenente a uno degli affiliati.

I NOMI.

Gli arrestati dalla Squadra Mobile di Messina guidata da Antonio Sfamemi, nell’ambito dell’indagine che ha svelato la ricostituzione del clan da parte di un gruppo di ex collaboratori di giustizia, sono gli ex pentiti Nicola Galletta, Pasquale Pietropaolo, Salvatore Bonaffini, Gaetano Barbera. In cella anche Cosimo Maceli, factotum di Galletta e Vincenzo Barbera, fratello di Gaetano. Sono tutti accusati di associazione mafiosa.Al quinto ex collaboratore di giustizia arrestato, Antonino Stracuzzi, viene contestato invece solo il reato di detenzione di armi aggravato dalla mafia.

Galletta, Bonaffini, Pietropaolo e Maceli rispondono anche di associazione finalizzata al narcotraffico. Stesso reato è contestato a Orazio Bellissima, che teneva i rapporti coi fornitori di droga, anche lui finito in cella. Arrestati anche personaggi della malavita locale come Giuseppe Cutè, Angelo Arrigo, Alberto Alleruzzo, Michele Alleruzzo, Stellario Brigandì e Giovanni Ieni, quest’ultimo ai domiciliari: a loro vengono contestati diversi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il personaggio chiave dell’inchiesta coordinata della Dda di Messina è l’ex pentito Nicola Galletta, killer del clan di Giostra, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Letterio Rizzo, boss ucciso nel 1991. Mafioso dello stesso clan, Rizzo fu eliminato nel corso della guerra scoppiata all’interno della cosca. Galletta ha scontato anche una condanna a 18 anni per mafia. E’ stato recluso al 41 bis per anni. Nell’ultimo periodo era in detenzione domiciliare.

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