Da emergenza abitativa a deriva clientelare in Sicilia, da sempre il passo è stato breve. Oggi il governo regionale dovrà confrontarsi, dopo gli annunci della campagna elettorale, con il riordino degli Iacp che costituiscono da sempre lo specchio di contraddizioni antiche su cui la politica ha investito spesso molto e male. L’attività di vigilanza sugli Iacp è esercitata dall’assessorato Infrastrutture e Mobilità che vuole mettere ordine in materia nei territori siciliani
Dall’assessorato assicurano che il primo passo da compiere nell’ottica di agire in profondità, riguarda innanzitutto una ricognizione di carattere degli immobili che devono essere messi a reddito. Sembra una storia surreale, ma è invece una triste realtà: alcuni degli Iacp riescono a farlo fino al 60%, altri la cui capacità di riscossione è di gran lunga inferiore e si ferma al 40%. Lo Iacp di Agrigento ha un bilancio di circa 5 milioni di euro all’anno con 7mila immobili per l’intero territorio della provincia, eppure i bilanci consuntivi non sono approvati dal 2010.
Sul tavolo dell’assessore a Infrastrutture e mobilità Marco Falcone, il dossier sugli Iacp è stato uno dei primi ad arrivare. Enti che potrebbero passare come competenze alle ex Province. Nelle more che ciò accada e si possa realizzare la riforma organica che manca, in Italia le uniche regioni che non hanno provveduto a cambiare le regole e a disciplinare le funzioni sono Sicilia e Campania, la Regione pensa a gestire la transizione a cominciare dalla governance. Oggi gli istituti operano in base alla legge 865/71. La Regione ha competenza specifica che proviene dallo Statuto, ma non ha provveduto ancora alla riforma di settore degli enti.
Gli Iacp, che sono enti pubblici non economici, autonomi finanziariamente ed erogatori di servizi, hanno perso tra le fonti di finanziamento quella delle competenze tecniche di progettazione e direzione dei lavori.
L’Amap di Palermo, per esempio, vanta nei confronti dello Iacp di Palermo un credito di 16 milioni di euro. Un debito che rischia di mettere a repentaglio l’intera tenuta della struttura palermitana. E poi c’è il social housing. Il settore dell’edilizia agevolata ha in cassa 60 milioni di euro avendo anche individuato il Fondo Esperia, il cui principale investitore è il Fia- Fondo investimenti per l’Abitare gestito da CDP Investimenti Sgr.
Oltre alle istituzioni pubbliche, possono partecipare a questo tipo di interventi abitativi le cooperative edilizie di abitazione e loro consorzi, imprese di costruzione, associazioni imprenditoriali, fondazioni, enti anche religiosi, Istituti di pubblica beneficenza e assistenza (IPAB), imprese sociali e cooperative che hanno fra i loro scopi la realizzazione di interventi di edilizia sociale, operatori finanziari come le società di gestione dl risparmio e fondi immobiliari da esso gestiti, istituti finanziari, società di sviluppo immobiliare e soggetti privati, singoli o associati.