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Noto, perseguita la figlia perché lesbica: denunciata madre che minacciava di sfregiarla con l’acido

mercoledì 14 Marzo 2018
Gay Pride lesbiche omosessuali

SIRACUSA – Avrebbe compiuto una serie di atti persecutori nei confronti della figlia lesbica che le aveva detto di avere una relazione con un’altra donna. Per questo la madre di Noto, Siracusa, è stata denunciata dalla polizia.

Lo scontro tra madre e figlia sarebbe scattato quando quest’ultima, che ha un legame sentimentale da 5 anni con un’altra donna, avrebbe deciso di andare a convivere. La madre avrebbe iniziato ad importunarla telefonicamente per convincerla a ritornare sui suoi passi anche inviando messaggi dal contenuto offensivo e velatamente intimidatorio. L’avrebbe anche minacciata di far uso dell’acido per sfregiarla al viso o di investirla con l’auto.

L’ultimo episodio qualche giorno fa: la donna si sarebbe recata nell’esercizio commerciale dove la figlia era stata assunta da poco e avrebbe urlato contro i titolari dicendo di licenziarla perché altrimenti avrebbe fatto una scenata. I titolari hanno licenziato la giovane per evitare conseguenze.


LE REAZIONI:

ARCIGAY SIRACUSA. “Rimaniamo sempre basiti dalla crudezza di alcune situazioni. Questa ragazza sta subendo da anni i maltrattamenti di una madre che non accetta la figlia. Essere omosessuali è solo un modo di essere, non una scelta e tanto meno un voler offendere gli altri”. Lo dice il presidente di Arcigay Siracusa Armando Caravini, commentando la vicenda della giovane siracusana. “Come sportello e come associazione Arcigay ci mettiamo a disposizione di questa ragazza e della compagna per offrire i servizi a titolo gratuito sia da un punto di vista giuridico sia psicologico” conclude.

STONEWALL. “Tutto ciò ci provoca sdegno e rabbia! Per certe persone Essere è scandaloso oggi giorno. Meglio salvare le apparenze! Anche questa è una forma di omofobia e l’associazione Stonewall GLBT la condanna senza se e senza ma. Mentre un disegno di legge contro l’omo/transfobia ammuffisce nel dimenticatoio di uno dei cassetti di Palazzo Madama, nel nostro Paese si consuma l’ennesimo crimine contro i diritti fondamentali della persona”. Lo afferma il presidente di Stonewall GLBT Siracusa Alessandro Bottaro, che si dice a completa disposizione della giovane vittima e della propria compagna, per qualsiasi aiuto di natura legale e/o psicologica, perché possano nelle sedi opportune tutelarsi dagli orrendi attacchi di chi invece dovrebbe essere cura, tutela e sostegno”, e per “chiedere i dovuti risarcimenti a chi, nel caso specifico, ha sottratto un posto di lavoro non per giusta colpa ma semplicemente per ipocrita codardia”.
Bottaro definisce la vicenda “l’ennesima manifestazione del peggiore patriarcato messa in atto da una madre che, ritenendo la figlia di sua proprietà, è pronta mettere in atto le misure più estreme, persino pensare di sfregiarle il volto con l’acido o anche eliminarla fisicamente, solo per impedirle l’autodeterminazione. Se tutto ciò sarà confermato e secondo quanto emerge di questa brutta storia – conclude Bottaro – ci troviamo di fronte a forme di violenza fisica e psicologica le cui conseguenze si ripercuotono non soltanto sulla vittima ma anche su tutte le persone che entrano in relazione con lei”.

STUDENTI. “I fatti della ragazza di Noto ci hanno fatto indignare perché ancora, dopo tante battaglie fatte sul diritto all’amore, sul diritto alla libertà individuale, le nostre città e scuole sono piene di esperienze di omofobie e discriminazioni sessuali”. Lo afferma in una nota l’Unione degli Studenti Sicilia commentando la vicenda della giovane siracusana. “La ragazza – prosegue la nota – ha tutta la nostra solidarietà. Vogliamo un mondo dove ciascuno può decidere chi amare, vogliamo una scuola dove gli studenti possano vivere il proprio ambiente senza timore di esser discriminati per il proprio orientamento sessuale. Una scuola libera dai pregiudizi! Una scuola che educhi alle differenze, all’accettazione di sè e destrutturi il pensiero omofobo. Per una scuola libera da tabù e non etero-normalizzata. Rivendichiamo questa scuola e la rivendichiamo ogni giorno perché bisogna partire dai luoghi della formazione per cambiare la società!”.

 

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