Era solamente un “clown alla ricerca della verità” Giuseppe Cederna quando, trent’anni fa, debuttava sulla strada, maestra di concentrazione, e riusciva a ricreare nel caos di Piazza Navona il fatidico “cerchio magico“.
Ad aiutarlo, già allora, c’era un certo Mozart che, a distanza di decenni, gli fa ancora compagnia e lo ispira in ogni replica dello spettacolo “Mozart – Il sogno di un clown“, di scena al Teatro Biondo di Palermo fino al 7 aprile (sala Strehler).
E nella scoperta del genio che continua ad affascinare intere generazioni Giuseppe Cederna, accompagnato sul palcoscenico dal pianista Sandro D’Onofrio, nel tentativo di comprendere se stesso per comprendere meglio Mozart coinvolge, costantemente, il pubblico.
Il viaggio dentro il grande mistero che fu l’enfant prodige comincia dal racconto del debutto a teatro di Cederna nei panni del compositore, quando la creatività, sua e di Mozart, erano un comportamento “enigmatico“.
L’attore esce attraverso il sipario chiuso e con grande capacità, propria a chi passione per il teatro e perseveranza non mancano, ripercorre gli inizi e prospetta l’evoluzione dell’incantamento verso il compositore austriaco.
“Riuscite ad immaginare..?” chiede continuamente Cederna una volta vestiti i panni, parrucca e abiti del ‘700, per condividere con il pubblico ogni istante della biografia, vita vissuta, di Mozart.
Per un pò, un bel po’, fu “genio dell’obbedienza” prestato ad estenuanti esibizioni che si protraevano per ore ed ore, inesperto della propria anima ed “estraneo alla sua estraneità“; e poi i concerti in giro per l’Europa, la morte della madre, grande punto di riferimento, i primi impulsi verso la cugina e poi il vero innamoramento, prima verso Aloysia Weber e poi verso sua sorella Costanza, che alla fine sposò. Non mancarono, ancora, lunghi momenti di disagio economico ed esistenziale.
Nel raccontare i passaggi salienti della vita di Mozart, tratti dalla più autorevole biografia scritta su di lui da Wolfgang Hildesheimer, Cederna è un furetto sulla scena, che si anima ad ogni suo gesto, mentre continuo è il dialogo con il suo alter ego musicale nell’interpretazione di D’Onofrio, attore muto di parole ma non di partecipazione.
Alle disgrazie della vita, poi, l’attore aggiunge anche un tocco di leggerezza e di ironia, approfondendo aspetti caratteriali pressochè sconosciuti di Mozart che divertono lo spettatore e incontrano anche il pubblico più giovane.
Indiscutibile la bravura di Cederna, a cui si riconosce anche, a chiusura di quel cerchio magico, il coraggio di avere scelto una via impervia, quella dell’attore, per sperimentare l’incredibile viaggio che è la vita.
- Le immagini dello spettacolo sono di Art up Art.