Rientra nel proprio posto di lavoro ad 80 anni. Protagonista un funzionario della Motorizzazione civile di Messina, Eduardo Saija, riassunto con sentenza della Corte d’appello di Messina, sezione lavoro, che ha applicato fattispecie la cosiddetta “Legge Carnevale“, dal nome del magistrato che, con le sue vicende giudiziarie, aveva dato causa all’emanazione della legge omonima.
Dirigente presso la Motorizzazione civile di Messina, il 2 giugno 1993 era stato sospeso dal servizio per un procedimento penale a cui era stato sottoposto per presunti reati connessi allo svolgimento della sua attività lavorativa. Procedimento, questo, conclusosi con sentenza della Corte d’appello penale di Messina del 20 febbraio 2009, con la quale è stato assolto per insussistenza del fatto.
Il difensore di Saija, l’avvocato Giovanni Caruso, spiega alla Gazzetta del Sud che “il pubblico dipendente che sia stato sospeso dal servizio o dalla funzione e comunque dall’impiego o abbia chiesto di essere collocato in quiescenza a seguito di un procedimento penale conclusosi con sentenza definitiva di proscioglimento perché il fatto non sussiste, ha il diritto di ottenere, su propria richiesta, dall’Amministrazione di appartenenza, il prolungamento o il ripristino del rapporto di impiego anche oltre i limiti di età previsti dalla legge, per un periodo pari a quello della durata complessiva della sospensione ingiustamente subita e del periodo di servizio non espletato per l’anticipato collocamento in quiescenza, con il medesimo trattamento giuridico ed economico a cui avrebbe avuto diritto in assenza della sospensione“.
I giudici hanno accolto il ricorso promosso dal funzionario, ripristinando il rapporto di lavoro, malgrado il ricorrente, nel frattempo, avesse raggiunto l’età di 80 anni, prevedendo espressamente la legge che tale diritto competa anche se siano stati superati i limiti di età per il collocamento in quiescenza.