Mario Modestini, compositore e musicista palermitano, ci ha accolto nella sua abitazione piena di ricordi che testimoniano la carriera di un’artista internazionale, consapevole delle proprie radici mai rinnegate.
Da filosofo a musicista il passo è stato relativamente breve ma molto sofferto: il padre, floricoltore con la velleità di assomigliare, almeno fisicamente, a Carlos Gardel, aveva già immaginato un figlio medico ma Mario, che di primo nome fa anche Gregorio in onore del padre di Italo Calvino, non ne voleva proprio sapere e da lì cominciò la strada, in salita, della carriera artistica.
Modestini, che ancora oggi conserva un animo schivo e riservato, prediligendo il silenzio e la riservatezza, da giovane ha lasciato Palermo per alcuni anni: in Europa ha approfondito studi e tecnica musicale, ritornando a casa solo dopo essersi già affermato.
Tantissimi i personaggi noti con cui ha collaborato ma tra tutti, in primis, la cantante Rosa Balistreri che affiancò dal 1976 al 1990.
Per lei ha composto, tra le tante cose, “La ballata del sale” di Salvo Licata dedicata ai canti del mare dei cosiddetti “tonnaroti”; e poi le musiche di “Buela” per Franco Scaldati e “Ohi Bambulé” di Salvo Licata.
Ogni nome svela mille ricordi e tanti viaggi in giro per il mondo; e a proposito della Balistreri Mario ci racconta del primo concerto che, insieme, fecero a Buenos Aires e di come il pubblico rimase incantato dalla loro performance.
Incontro felice quello di Mario anche con il cinema e il teatro: per Giorgio Albertazzi ha scritto l’opera “Verba Tango” su testi di Borges, affidata alla voce di Giuni Russo, e la musica per sette canti della Divina Commedia; e ancora per le “Lezioni americane di Italo Calvino” messe in scena al Thèatre des Italiens di Parigi.
Tra i lavori più recenti, musiche per spettacoli di Pamela Villoresi, che a casa di Mario ha sempre apprezzato anche la pasta con i tenerumi della moglie Graziella; e “I giardini dell’Ozio” su testo di Benito Li Vigni.
Non ultimo il brano “Higiaz-Porta di Castro“, ispirato alla cosiddetta “camera delle meraviglie” arricchita da sfarzosi arabeschi e scoperta in un antico edificio nel cuore di Palermo.
Al momento Modestini ha in cantiere tanti progetti, già pronte quattro liriche di Saffo per mezzo soprano e pianoforte e, per settembre, una performance al parco Archeologico di Selinunte.
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