“Invitiamo il governo Musumeci e i gruppi parlamentari a rivedere, alla luce dell’indagine della procura di Caltanissetta, il dossier sulle procedure di costituzione degli organismi direttivi delle Camere di Commercio isolane”. Attacca così la nota congiunta delle associazioni contrarie alla “Supercamera del Sudest“: Cna, Claai e Confcooperative di Catania, Ragusa e Siracusa; Agci, Catania e Siracusa; Legacoop Sicilia orientale, Unicoop Catania, Confimprese, Confesercenti Siracusa, Federcoltivatori aretusea e associazione Territorio Protagonista.
“Senza infatti volere assegnare responsabilità a priori – si legge ancora nel comunicato – una cosa è certa: c’è una sostanziale coincidenza tra molti dei nomi emersi nell’inchiesta di oggi e quelli di coloro i quali si sono occupati delle controverse procedure di rinnovo delle Camere di Commercio e dei paralleli rinnovi delle Governance aeroportuali. Allora sorge spontanea una domanda: è stato fatto tutto bene? Si poteva fare diversamente? È possibile effettuare i controlli di parte terza e indipendente, da noi richiesti e più volte annunciati allora dal Governo, che non si sono mai fatti?”.
“Non solo – aggiungono – con particolare riferimento alla superCamera del sud est, quella che ha accorpato Catania, Ragusa e Siracusa, è ancora da chiarire il motivo per cui ad un certo punto la Confindustria abbia assunto un atteggiamento di desistenza che ha nei fatti favorito il candidato della Confcommercio, contrapposto al proprio schieramento e a colui il quale era, almeno così si pensava, il proprio candidato. Perché questa scelta se la Confindustria, almeno così era formalmente, si opponeva alla Confcommercio? Come mai una scelta che ha nei fatti annullato la rappresentanza della forte Confindustria del sud-est lasciando la Super Camera nelle mani di un’unica organizzazione, la Confcommercio, unico caso nel panorama nazionale?”.
“E perché mai, nell’attuare la riforma in Sicilia, sono state insediate solo la Camera di Catania, Ragusa e Siracusa e quella di Palermo e Enna mentre analoga decisione non venne adottata per quella di Agrigento, Caltanissetta e Trapani, cosi mantenendo in vita la Camera di Caltanissetta presieduta fino a qualche giorno fa da Montante sebbene, come sembra, avesse la governance ampiamente scaduta? Una oggettiva contraddizione se si considera che in altri casi il Governo Crocetta a scadenza degli organi procedette con immediatezza alla nomina del commissario per poi insediare le Camere accorpate. Una contraddizione che fa il paio con quanto accaduto in precedenza a Catania quando, assessore alle Attività produttive era Linda Vancheri, non si misero in campo le iniziative necessarie ad insediare gli organi che erano stati addirittura validati da sentenza del Cga, affidando così la gestione del processo di accorpamento al Commissario nominato dalla stessa giunta Crocetta”.
“Per questo – proseguono le associazioni – noi oggi crediamo ritorni attuale il tema dei controlli da parte degli organi preposti, anche sulla nomina del Presidente della più grande Camera di Commercio siciliana che avrebbe controllato la maggioranza delle azioni del più grande sistema aeroportuale del Mezzogiorno d’Italia, quello costituito da Catania e Comiso”.
“Del resto tutt’ora non è dato sapere a cosa si riferisse il presidente della Confimpresa Euromed, Alessio Lattuca, quando, dopo il ritiro della propria associazione dalla competizione a seguito delle gravi accuse di falso che erano state avanzate, ebbe a dire, in occasione di un’intervista, che la Confimpresa era stata ‘l’evidente vittima sacrificale di una guerra in atto tra soggetti e agglomerati di ben altro livello e dimensioni’ con ‘dinamiche definite di comune accordo con una pluralità di enti e associazioni nel corso di vertici come quelli recenti tenuti presso la sedi regionali e territoriali delle associazioni e dei conseguenti apparentamenti concordati’ concludendo come fosse ‘del tutto evidente come quanto accaduto sia piuttosto l’effetto di una guerra che, in realtà, va ben oltre Confimpresa e la mera assegnazione di cariche sociali e che verosimilmente sottende interessi economici inconfessabili di significativo rilievo come, per esempio, quelli connessi alla gestione degli scali aeroportuali’. Chi c’era a quei vertici regionali di associazioni imprenditoriali? Quali erano gli interessi economici inconfessabili?”.
“E ancora, come mai in Sicilia, nonostante le richieste al Mise , sottoscritte dall’attuale presidente della Regione in carica e dal presidente uscente, di scorporare la Camera di Commercio di Catania da Siracusa e Ragusa, è stata invece insediata la super Camera del Sud Est, anche in spregio alle direttive della legge delega di riforma , mentre nel resto d’Italia rimanevano non accorpate diverse Camere di Commercio sotto le 75.000 imprese e alcune di queste anche piccolissime? Un quadro quindi ancora poco chiaro, certamente ben più complesso e articolato di quello che appare, che ci auguriamo possa essere presto anch’esso svelato”.