CLICCA E GUARDA IL VIDEO IL ALTO
A Bar Sicilia, ospite della puntata numero 171, arriva Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa e sottosegretario del governo Draghi, con il quale il direttore de ilSicilia.it Manlio Melluso e il direttore editoriale Maurizio Scaglione hanno chiacchierato toccando diversi argomenti: dalla polemica sui fondi Pnrr destinati ai progetti – tutti bocciati da Roma – per l’agricoltura in Sicilia alle prossime amministrative a Palermo fino al referendum per la legalizzazione della cannabis.
Si parte con la polemica sui progetti per l’agricoltura, presentati dalla Sicilia nell’ambito del Pnrr e bocciati da Roma: di chi sono le responsabilità? Della Vedova a riguardo ha le idee chiare: “Non credo che sia una questione di Roma ladrona. Credo che ci sia in Italia, e in particolare nel Sud è in Sicilia, una carenza di capacità progettuale del Pnrr. I soldi ci sono, magari c’è anche qualche buona idea, manca la capacità progettuale. Credo che su questo la Regione Siciliana, però, abbia fatto un errore in più che noi di +Europa abbiamo denunciato, cioè che la Regione non sei resa conto che stava per trasferire dei progetti totalmente inadeguate“, afferma il sottosegretario del governo Draghi.
Della Vedova non si trincera dietro al silenzio quando si tratta di dover dare una spiegazione della natura pulviscolare del centro politico in Italia, con tanti partiti che pur avendo molto da condividere non trovano una casa comune: “Non litighiamo più di tanto – spiega – E’ vero che siamo più diversi di quello che appare, abbiamo radici, storie, priorità differenti. Ma è altrettanto vero che la gente ce lo chiede: ‘perché non vi unite?’ Quello che ci unisce è una visione europeista e riformatrice, l’Europa e le riforme, e il governo Draghi fotografa abbastanza questa realtà. Io credo, e lo dico anche da un po’ di tempo, che noi dobbiamo mettere in campo un progetto di tipo federativo”. La conclusione? “La somma può fare anche più del totale“.
Una prospettiva, quella federativa, che Della Vedova vede bene anche per le prossime amministrative a Palermo. E lancia un nome per la carica di sindaco del capoluogo: “E la quinta città d’Italia e in più sarà la città più grossa più importante che andrà al voto della prossima primavera – afferma – Sarà un momento decisivo per la città, che un po’ conosco e amo, dopo anni complicati. Bisogna far cambiare direzione all’amministrazione. Io credo che si debba pensare a un progetto, anche qui, di tipo federativo, che non mette dei confini. Dopodiché se mi si chiede a chi affidarlo, noi di +Europa abbiamo una personalità che credo che i palermitani rimpiangono che non sia diventato sindaco prima, cioè Fabrizio Ferrandelli“.
Dalle amministrative di Palermo si allarga il campo dell’argomento ‘politica’ per arrivare a discutere dei rapporti di +Europa con il Partito Democratico, che Della Vedova auspicava evolvessero con la segreteria di Enrico Letta. Finora, però, non è andata così, almeno a sentire il sottosegretario: “La discussione col Pd deve essere su basi completamente diverse da quelle del passato“, afferma. E ancora: “Ho stima di Enrico Letta, abbiamo un buon rapporto, vediamo entrambi in termini europeisti la politica italiana. La mia valutazione, però, è che il Pd non sia cambiato a sufficienza, perché anche Letta, fino alle amministrative, ha continuato a insistere su questo rapporto monogamico col M5S: siamo noi e loro, se poi gli altri vogliono venire bene. Adesso, dopo la tornata elettorale, sembra che qualcosa si stia muovendo“.
Non poteva mancare una domanda sul referendum per la legalizzazione della cannabis, questione sulla quale +Europa è impegnata in prima linea: “La cannabis è legale nella la metà degli Stati Uniti; in Canada la cannabis è legale; in Messico, paese messo in ginocchio dal narcotraffico, stanno per legalizzarla. Tantissimi Paesi hanno fatto questa scelta: chiediamoci, perché l’hanno fatta? Perché sul piano negativo, e ne abbiamo la dimostrazione, non succede niente di grave: non peggiorano gli indicatori, non aumenta il consumo, non aumentano i furti. Di contro, succede molto in positivo: c’è il controllo sulle sostanze, i magistrati e i poliziotti possono dedicarsi ad altro, c’è il controllo sulla sua stanza e vengono tolti i soldi alle organizzazioni criminali“.