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“Bar Sicilia“, la rubrica de ilSicilia.it con Alberto Samonà e Maurizio Scaglione, torna dopo la pausa di agosto per parlare del nuovo governo, la travagliata gestazione che dovrebbe portare al nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte e nato dall’accordo fra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.
E oggi, domenica 1 settembre 2019, ne parliamo con due giornalisti, Nino Amadore de “Il Sole 24 Ore” e Giulio Ambrosetti, direttore de “I nuovi Vespri”.
“Il voto – dice Giulio Ambrosetti – sarebbe l’esito più giusto dopo questa stranissima crisi. Io però ritengo che questa fase sia anomala. Più semplici sono le letture dei fatti politici, più complessi sono gli scenari che ci stanno dietro. In questa crisi qualcosa non mi convince. Io non credo che chi arriva a quel livello come Salvini possa aver commesso un errore così marchiano. A mio avviso ci dev’essere qualche cosa che a noi sfugge, fermo restando che quello che sta succedendo non è bello”.
“Le sorti del governo – spiega Nino Amadore – dipenderanno dalla capacità che questo governo avrà di dare risposte al Paese. La divisione fra 5 Stelle e Lega era nella visione dell’economia, perchè il Carroccio grazie a Zaia, che ha una visione, ha attratto pezzi di mondo imprenditoriale. Poi c’è il mondo del sindacato. Sono pezzi del sistema Paese. Oggi, ci sono alcuni problemi concreti che vanno risolti e questo è il punto su cui fare un ragionamento fra Pd e 5 Stelle. Ci sono dei nodi: occorre sbloccare il Paese con scelte di lungo periodo. Le questioni in campo sono varie”.
Riguardo alla Sicilia, l’Isola paga anni di politiche che non hanno fatto gli interessi della regione e se il buongiorno si vede dal mattino, per i due ospiti non sembra che fino ad ora, nelle intenzioni del nuovo governo e nelle sue linee programmatiche, vi siano la Sicilia e il Sud fra le priorità.
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