“La spiritualità nasce dall’incontro con la morte, con la finitudine, e per rimbalzo diviene interrogazione e cura della vita. Le domande esistenziali emergono dal dolore e dalla meraviglia, ma come possiamo farcene carico e farlo fino alla fine dei giorni? Come possiamo far sì che la nostra fragilità si faccia strumento per la cura reciproca?“.
Si terrà sabato 20 aprile il convegno “Spiritualità nelle cure palliative“, alle ore 9 a Villa Malfitano a Palermo organizzato da Samo Onlus, un incontro riservato ai medici di tutte le discipline, ad assistenti sociali, psicologi, fisioterapisti, infermieri e oss.
La dottoressa Laura Campanello, filosofa analista, esperta in cure palliative e bioetica presenta e spiega la dimensione spirituale di questa pratica riconosciuta come centrale per la qualità della vita del paziente fin dalle prime parole, come dice la fondatrice del movimento Hospice C. Saunders.
La figura dell’assistente spirituale è poi stata riconosciuta a pieno titolo nell’equipe curante anche nella legge 38-2010 e negli anni le formazioni e le ricerche a riguardo sono riconosciute, anche in Italia. La presa in carico di tale dimensione permette a tutti i professionisti di avere un’ attenzione ampia ai bisogni del paziente, permette di declinare il processo di cura verso la libertà, la dignità e il sollievo del paziente e dei suoi care-givers. Non ultimo consente di portare avanti al meglio anche questioni legate alla bioetica facilitando dialoghi aperti sulle scelte di cura.
Una dimensione che però ancora oggi crea fraintendimenti, resistenze e timori. Il motivo per cui è necessario comprendere cosa si intende, come conoscerla e prenderla in cura, chi può farlo e, non ultimo, come tale dimensione sia da considerare una risorsa anche per il curante.
“L’idea è quella di recuperare e ripercorrere la storia delle cure palliative dagli anni ’60 con la fondazione del primo Hospice a Londra con Cicely Saunders che nel prevedere una cura generale ai malati morenti inserisce l’idea del dolore totale, ovvero la gestione del dolore fisico, sociale, emotivo e spirituale. Quindi, occuparsi della dimensione spirituale fin dagli esordi delle cure palliative, questo è un’aspetto centrale“, afferma Laura Campanello.
L’idea del convegno è proprio quella di recuperare questa dimensione, conoscerla e imparare a diagnosticarla come bisogno, ad averla come attenzione, per poterla trattare. “In primis da tutte le figure sanitarie che si prenderanno cura del paziente“. Un vero e proprio percorso di storia e non solo, un percorso di riconoscimento diagnostico e di “trattamento di una dimensione che è centrale, affinché la persona malata continui a potersi sentire una persona e non solo un malato. E possa mantenere una possibilità di senso nel suo percorso di cura“.
Per questo motivo la giornata organizzata si propone di tracciare questo ampio percorso attraverso vari momenti, intervallati da approfondimenti teorici ed esercitazioni, di scrittura, dialogo e confronto, sulla pratica che gli operatori portano avanti quotidianamente.