Un difficile equilibrio è quello che rimane da trovare tra la fruizione dell’ambiente, il rispetto delle regole e il dedalo di norme e di leggi che riguardano il territorio siciliano, finito spesso nel “focus” di report e di attacchi da parte degli ambientalisti dell’Isola.
Come salvare le case vicine al mare all’interno dei 150 metri costruite fra il 1976 e il 1985? Garantire il diritto all’abitazione di chi da decenni aspetta che la propria istanza venga presa in considerazione rimane e si consolida come battaglia che Giorgio Assenza porta avanti da anni all’Ars.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia a Sala d’Ercole, stanco dello stallo attuale e in attesa che il suo emendamento per il condono edilizio faccia il suo corso prima in commissione Ambiente e poi in aula, chiarisce un punto e chiude la polemica. “Non si tratta di una nuova sanatoria, non diciamo eresie più di quelle che già si sono dette. C’è questo falso ambientalismo di facciata che ha acconsentito allo scempio. La sanatoria – oggetto di esame degli uffici legislativi – è quella che riguarda gli immobili costruiti entro il mese di giugno nel 1983 e per i quali pendono le domande di sanatoria da 40 anni”.
Si tratta di un emendamento alla riforma urbanistica che ha scatenato una bufera di proteste. Prevede la sanatoria degli abusi edilizi commessi entro i 150 metri dalla costa, una zona di inedificabilità assoluta secondo le opposizioni. Il disegno di legge è in discussione in commissione e non è ancora stato esitato, né calendarizzato in aula. A differenza di chi vuole tenere alta la guardia, il capogruppo dei meloniani auspica un appoggio quanto prima da parte della maggioranza in aula. “Tuttora migliaia e migliaia di istanze aspettano risposta, molte non ancora esaminate dagli uffici competenti. Se vogliamo uscire da questo limbo una volta per tutte, bisogna agire. Diversamente, continuiamo a prenderci in giro. Gli immobili rimarranno al loro posto, per non parlare del degrado nelle zone interessate, le irregolarità aumentano di anno in anno”.
L’emendamento presentato da Assenza consiste, per l’appunto, nell’applicazione corretta della sanatoria di 40anni fa. Il condono nazionale del 1985, è stato recepita in tutto il resto d’Italia ed ha consentito che le case nei 150 metri dalla costa fossero sanate. In Sicilia no. A confermare l’errata interpretazione, è stata proprio una norma successiva che bloccò l’iter di tutte le sanatorie contenuta nella legge Galasso.
“Si tratta di una errata interpretazione”, spiega Assenza. La legge regionale del ’76 prevedeva che solo gli Enti ed i Comuni, nell’adozione dei loro strumenti urbanistici, dovevano prevedere una distanza di 150 metri dalla battigia, tranne per le zone A e B. Nella prima fase, venne interpretata come valida, dal ’91 in poi venne aggiunta una norma che vincolava anche i singoli costruttori. Questa interpretazione è anche il motivo per il quale solo il 0,30% del costruito, ritenuto abusivo, è stato rimosso e i Comuni per non abolirli fanno ordinanze di acquisizione comunale e le strutture restano abbandonate deturpando egualmente le coste.