“Azione Civile continua la sua lotta al fianco di Altragricoltura, di Maurizio Ciaculli e di tutti gli agricoltori strangolati dalla crisi e dalle pratiche spesso illegali operate da alcuni gruppi della grande distribuzione, che si scoprono ora essere anche essere stati infiltrati addirittura dalle organizzazioni mafiose”. Così una nota di Azione Civile, il movimento fondato da Antonio Ingroia. “C’è un mondo, quello della piccola imprenditoria, che è stato ridotto in macerie dai grossi gruppi di potere, il caso di Ciaculli a Vittoria ne è una prova ma in tutta Italia sono tantissimi i casi analoghi. Ci sono donne e uomini in sciopero della fame da giorni chiedendo invano di essere ascoltati. Noi – prosegue la nota – siamo e saremo sempre dalla parte di questi cittadini indifesi, dimenticati, non tutelati, di cui la politica si ricorda solo quando ha bisogno di voti. Siamo accanto a loro per protestare contro le ingiustizie di cui sono vittime, per dire no alla mafia nel settore agro-ortofrutticolo, per difendere le piccole e virtuose realtà economico-produttive siciliane danneggiate dall’economia delle multinazionali della grande distribuzione alimentare troppo spregiudicata e dalla finanza al servizio dei poteri forti, per chiedere un modello giusto di produzione, per far arrivare la loro voce fin dentro le istituzioni, perfino quelle giudiziarie, spesso subalterne rispetto a quei poteri forti”.
“Ci rivolgiamo al presidente della Repubblica, al ministro della Giustizia, alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, alla Commissione Antimafia perchè diano ascolto ai tanti agricoltori onesti ormai da tempo in ginocchio e accettino di confrontarsi con loro per trovare soluzioni in grado di rilanciare il settore nel segno della trasparenza, della giustizia e della legalità. Non si può far finta di niente – conclude la nota – la politica deve fare la sua parte e farla subito. Intanto, un piccolo imprenditore coraggioso come Maurizio Ciaculli rischia quotidianamente la sua stessa vita, come tanti suoi compagni di lotta, e nessuno solleva un dito per proteggerli e difendere i loro sacrosanti diritti”.