“Osservare dentro le cose perché la vita, come la morte, sta nei dettagli”.
Parole che escono dalla bocca di uno scienziato, un medico che ogni giorno guarda tra le pieghe dei corpi morti e cerca di trasmettere, con estrema devozione, “la tecnica del dubbio” ai suoi studenti.
Non è un personaggio di fantasia il protagonista dello spettacolo “Il giuramento”, in scena al Teatro Biondo di Palermo; Mario Carrara è un uomo che, nel 1931, passò alla storia suo malgrado.
In un’Italia irrimediabilmente piegata al regime fascista Carrara fu uno dei pochissimi docenti universitari, dodici in tutto, a manifestare il proprio ripudio, ideologico ed estetico, al potere non giurando fedeltà al re al duce.
La forza del cuore contro la bieca prepotenza: lotta impari per quell’epoca che sulla scena viene raccontata egregiamente da David Coco, nei panni del protagonista, e dagli altri attori (Stefania Ugomari Di Blas, Antonio Alveario, Simone Luglio, Pietro Casano, Federico Fiorenza, Luca Iacono, Liborio Natali, Alessandro Romano), trame fondamentali nel racconto della vita del professore.
La scena è scarna e asciutta, non ci sono più le quinte e i personaggi rimangono fisicamente sempre ai margini della storia.
E’ cosi che Ninni Bruschetta, regista della pièce, ha deciso di rendere il testo teatrale, già di per sé molto poetico, scritto da Claudio Fava.
La forza dello spettacolo sta proprio nell’essenzialità narrativa che lo contraddistingue: la potenza delle parole e delle riflessioni snocciolate una dopo l’altra non hanno bisogno di inutili orpelli; semmai il disegno luci (Salvo Orlando) e le musiche originali (Cettina Donato) contengono, come in una bolla magica, una testimonianza tanto forte.
“ Ci sopravvive ciò che è bello, non ciò che è giusto” proclama ad un certo punto Carrara, sottolineando l’impossibilità di regalare la propria decenza e attualizzando, d’un colpo, l’insegnamento di un “uomo stonato capace di dare tutte le note”.
Il mònito, dunque, è quello di non barattare la propria libertà o il proprio credo, di qualunque natura sia, ieri come oggi: il prezzo di tale gesto costerebbe la vita stessa.
Prima dello spettacolo abbiamo chiesto a David Coco una riflessione sulla figura di Carrara e sulla sfumatura estremamente attuale della sua storia.
Repliche fino al 28 gennaio.
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