In fondo è la ricerca del Natale perduto. E’ la ricerca di valori come pace, fratellanza, umanità e solidarietà squassati dal fragore e dalla frenesia di questi tempi orribili. Si chiama “Portale dell’Identità” ed è un grande mosaico, spuntato quasi all’improvviso, su una murata di cemento che ora è abbellita dai ritratti di mille bambini sorridenti. I protagonisti sono i figli degli abitanti del quartiere di Librino, periferia di Catania. E’ la prima opera del Museo Internazionale dell’Immagine della Fondazione Fiumara D’Arte. Porta la firma di Antonio Presti. L’installazione ha trasformato il “muro” alzato dalle barriere dell’anima, nella più grande porta d’ingresso del Natale, dove ognuno ha riconosciuto lo sguardo che volge al futuro in nome della purezza nel mosaico coi ritratti di mille bambini sorridenti.
Alzi la mano, perciò, chi si ricorda di quando Libbrinu era soltanto uno dei quartieri più malfamati d’Europa, periferia della periferia , paradigma della marginalità di Catania e della tragicità, financo caricaturale, della Sicilia. Oggi è Librino, ed è un pianeta della speranza, laboratorio a cielo aperto di idee buone e progetti ristoratori. Ancora tante sono le piaghe irrisolte di quel luogo che fu ideato , va detto, in modo balordo come appendice abitativa a una città già con tanti casini. Ma da quando la fondazione Fiumara d’arte ha messo piede a Librino, anche lo Stato risponde colpo su colpo a chi vuole uccidere la speranza di chi vive in quel quartiere. Il racket attacca l’economia? Si apre un nuovo commissariato e il capo della Polizia in persona, Franco Gabrielli, ci mette la firma.
Perché qualcuno doveva pur portare lì una luce di speranza, unica energia che tutto può cambiare. Così, se dei passi avanti sono stati fatti, nessuno se la prenda a male, il merito va ascritto in primis ad Antonio Presti. Che ha immaginato quel luogo come scintilla di un cambiamento possibile. In molti lo definiscono “mecenate”, ma il sostantivo ne diluisce la purezza dell’opera. L’atto del donare – e del creare – per Presti è funzione sociale e collettiva, mai ostensione del politicamente corretto. Per noi Antonio, che viene da Tusa, è un catalizzatore. Per questo Natale ha stupito nuovamente. Ci ha costretto a mettere da parte i panettoni, a spegnere i cellulari e non giocare al selfie più bello dell’anno. Ci costringe – perché siamo talmente folli e irresponsabili da averne dimenticato la “necessità necessitante” – a guardare negli occhi i nostri figli. Ed è un gran bel regalo di Natale. Antonio obbliga a pensare, demolisce i luoghi comuni e li sostituisce con una cifra culturale rara: ci invita a scoprire chi veramente siamo. Maieutica.
Vediamo di capire bene quali emozioni vuole far scaturire l’ultimo progetto di Presti. Riepiloghiamo. Il “Portale delle identità” “è” mille volti di bambini e studenti appesi alle pareti del quartiere. Per collazionare i volti sorridenti e natalizi dei “carusi e delle caruse” di Librino si è animata senza tregua una batteria di quindici fotografi. Un simile schieramento di forze di solito la cronaca lo dedica alle brutture e alle lordure del mondo. Cosa ci vuole raccontare questa volta Antonio il “catalizzatore”? Il messaggio è solo uno: pace per un mondo che vive l’inquietudine della contemporaneità. Per questo Antonio Presti è ritornato in quel quartiere con lo spirito di sempre; con l’anima che lo vede teso verso un luogo, uno spazio, un universo che si staglia tra il cuore di Catania e la sua più “lontana” periferia.
«Quest’opera esprime una bellezza che trova restituzione nel valore dell’identità – commenta Presti – un’identità che i bambini hanno ritrovato all’interno della scuola, attraverso il linguaggio visivo di questi grandi fotografi, che voglio ancora una volta ringraziare: Daniele Bannò, Marinella Coco, Valerio D’Urso, Caterina Fisichella, Claudio Floresta, Luca Guarneri, Diego Li Puma, Salvatore Magrì, Vittorio Maltese, Wendy Passaro, Rosario Scalia, Elisabeth Zhao, e i giovani Salvo Inghilterra, Francesco Lo Cicero, Ivan Terranova. Un ringraziamento va inoltre a padre Mimmo della chiesa S. Chiara e Giuliana Gianino del centro educativo “Talita Kum”.
Oggi più che mai, in questo momento cupo e buio, dove la luce viene annebbiata dal male, a Librino tutti i cittadini e tutti i bambini, hanno riscoperto in questo “Portale dell’Identità”, il senso e il valore dell’Essere. “È l’identità che deve ricostituire la nostra società, una società annichilita e che, più che mai in questo momento, deve vivere nel valore della restituzione – conclude Presti – sono certo che questo Portale nel tempo confermerà un processo di trasformazione e di cambiamento attraverso una maieutica che restituisce un percorso catartico. Da questo luogo il mio augurio di pace, una pace che gli uomini in questo momento non riconoscono come senso. Spero che in questo pensiero natalizio la rigenerazione della bellezza possa essere il valore di quell’essere futuro, non solo per questo quartiere ma per Catania e per tutti i cittadini catanesi che invito affettuosamente a visitare l’opera a Librino».