Si torna a parlare delle navi russe nel Mediterraneo, in particolar modo del sottomarino nucleare russo avvistato qualche mese fa davanti le acque della Sicilia. A fare maggiore chiarezza sull’argomento è stato l’ex sottosegretario della Difesa Giorgio Mulè.
Presente questa mattina ad Agorà, su Rai 3, il deputato forzista ha spiegato come da tempo il sottomarino, che si muoverebbe tra Taormina e Siracusa sia continuamente monitorato. “Si muove ma sa di essere costantemente seguito, monitorato – ha dichiarato –, grazie ad un sistema di rilevamento di osservazione che fa la nostra marina militare insieme alle nostre forze armate“. Le navi, ha specificato, si trovano in acque italiane in quanto aree internazionali.
“Guarda, osserva, prova la nostra capacità di reazione, un po’ come fanno i caccia russi con i nostri aerei caccia che sono per esempio in Polonia: vanno a ridosso del confine con la Polonia, fanno alzare i nostri aerei e misurano in quanto tempo arrivano, se sono armati, quanto sono armati, poi virano e vanno via. Lo stesso fanno i sottomarini. Noi abbiamo osservato dal 24 febbraio navi fintamente oceanografiche russe che stavano davanti la Sicilia per prendere e rubare dati. Chissà com’è che una nave di ricerca arrivata ad un certo punto invece di andare al centro di ricerca vada a finire a Kaliningrad, dove c’è esattamente la base militare. Questo perché era una finta nave oceanografica“.
Mulè ha poi rassicurato che “aereonautica, marina ed esercito in ogni momento, e con tutta l’intelligence, sanno esattamente quello che avviene, con un sistema di risposta che è in grado, non di affrontare una minaccia che non c’è, ma, di sapere esattamente dove sono, cosa fanno, con chi parlano e chi vedono“.