A causa dei notevoli disagi causati dai diversi cantieri per l’anello ferroviario 25 tra architetti, ingegneri, docenti universitari hanno scritto al sindaco Leoluca Orlando e all’assessore all’Urbanistica Emilio Arcuri per chiedere che non vengano aperti altri cantieri.
“L’amministrazione comunale di Palermo, nonostante non riesca a far avanzare i lavori da parte dell’impresa esecutrice, Tecnis, degli altri cantieri dell’Anello ferroviario già aperti in via Amari, in viale Lazio-via Sicilia, ecc., ha concesso l’apertura di un nuovo cantiere – la stazione Politeama – con tutte le conseguenze negative che ne deriveranno“.
I firmatari dell’appello chiedono la costituzione di un tavolo tecnico condiviso con la cittadinanza per la definizione di un osservatorio permanente dei progetti e dei lavori dell’Anello Ferroviario, opere cantierate, da cantierare e da progettare, la programmazione di un concorso internazionale per le stazioni dell’Anello e della piazza Castelnuovo.
“Il progetto – aggiungono – oltre a risultare mortificante dal punto di vista architettonico, urbanistico e ambientale, prefigura grande pregiudizio alla configurazione di questa importantissima piazza, fatta di stratificazioni pregevoli dal punto di vista compositivo-progettuale, senza però proporre soluzioni alternative di qualità“.
I lavori, secondo i firmatari dell’appello, “fanno temere danni ai monumenti, il teatro Politeama, il chiosco Basile, la statua di Carlo Cottone, il Palchetto della musica di Valenti, e pregiudica le sue pregiate e insostituibili alberature (Ficus, palme Sabal)“.
“La stazione sotterranea – si legge ancora – è situata in un punto del tutto casuale e il progetto prevede lo sventramento della piazza secondo un perimetro dettato dall’infrastruttura nel sottosuolo, con gravi conseguenze del suo futuro assetto“.
I firmatari considerano “inaccettabile l’attuale progetto della Tecnis per una stazione (Politeama) che si vuole realizzare nella piazza più rappresentativa e più frequentata della città. Ed è inaccettabile il modo in cui in generale si mettono le mani, fisicamente, su questa città“.