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Ars, finanziaria: scatta la polemica su dirigenti regionali e garanzie al credito per pmi

giovedì 18 Marzo 2021
Regione Siciliana

Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, ha aperto i lavori d’aula passando immediatamente alla votazione del disegno di legge di Stabilità(n.962).

Dopo l’approvazione dei primi articoli, al vaglio di Sala d’Ercole l’articolo 8 della Finanziaria, ed è subito polemica.

La contestazione è arrivata dai deputati dem Barbagallo, Dipasquale e Cracolici sul disposto di cui all’art.8 ” Interventi finanziari per il sostegno delle piccole e medie imprese” che autorizza per il prossimo triennio una spesa di circa 500 mila  euro.

La norma prevede un fondo da 25 milioni, quali quota parte delle risorse provenienti dal Fondo Jeremie FESR, destinato ad attivare risorse per 250 milioni grazie al meccanismo dei tranched cover (garanzie di portafoglio) per piccole e medie imprese, operazione che consente di alimentare e mobilitare il capitale circolante  nella difficile fase di carenza di liquidità determinata dall’emergenza epidemiologica Covid-19, che di fatto ha paralizzato le imprese siciliane. Dunque, le risorse del Fondo saranno prioritariamente impegnate per l’attivazione di strumenti finanziari riferibili alla costituzione di garanzie a copertura.

Il soggetto individuato per la gestione del fondo è la Banca europea degli investimenti che ne gestisce le risorse secondo apposita convenzione  da stipularsi con il dipartimento regionale delle finanze e del credito. Gli oneri di gestione del fondo, stabiliti dalla predetta convenzione, sono a carico del Fondo stesso, secondo quanto disposto dal primo comma dell’art.8.

L’opposizione nega che questa manovra, così come presentata, possa dare risoluzione alla crisi economica subita da piccole e medie imprese, lavoratori e famiglie “Troppi pochi i soldi di questa finanziaria, una finanziaria fantasiosa e creativa. Questo articolo con le imprese non c’entra nulla, serve a dare soldi a qualcuno o a qualcosa, a favorire la politica bancaria. Vogliamo che questo credito passi attraverso Crias e Irfis”, affermano i democratici.

Il governo ribatte: “Occorre far fronte al dramma delle imprese che non riescono ad accedere al merito bancario, potendo solo aspirare ai pochi ristori e sostegni. Noi attraverso questo costituiamo un fondo di 50 milioni di provenienza regionale, ma di matrice europea, più altri 50 milioni che arrivano dalla Bei, fondo che garantisce un intermediario bancario per accedere al credito senza interessi, senza costi aggiuntivi.. Si attiva un importante moltiplicatore agevolatissimo, garanzie senza il criterio del merito bancario, perché garantito dalla Bei. Si tratta di somme destinate a questo fine. Anche le micro imprese vengono incluse in queste agevolazioni finanziarie, rispondendo all’oggettiva necessità delle imprese di finanziarsi a lungo termine, fino a 20 anni”.

“Rispetto a  Crias e Irfis prosegue l’assessore regionale all’economia-  sono enti privati, la Bei è invece un ente intermediario di livello europeo che opera secondo criteri fissati da una convenzione tra Bei stessa e Regione Siciliana. Il fondo non è una struttura di erogazione ma da garanzia, garantisce le eventuali insolvenze”.

La BEI, infatti, è il principale azionista del Fondo europeo per gli investimenti (FEI), che concede prestiti alle PMI attraverso capitale di rischio e micro finanziamenti, in particolare per imprese nuove e innovative, prevede garanzie per istituti finanziari, a copertura dei prestiti concessi a PMI.

Il governo, tuttavia, accoglie le perplessità dei deputati d’opposizione e dà la sua disponibilità rispetto alla modifica dell’art.8, accantonando così la votazione del testo normativo.

Approvati, invece, senza alcun botta e risposta gli articoli 10  12 e 13 .

Gli animi di Palazzo dei Normanni tornano a riscaldarsi, questa volta, sull’art. 14 “Recepimento norme statali in materia di incarichi dirigenziali” . Il testo normativo prevede la stipula di contratti a tempo determinato per dirigenti regionali non generali, una norma inserita nelle more della riforma organica dell’amministrazione regionale siciliana, in vista anche della transizione digitale, per velocizzare e snellire la burocrazia regionale.

L’opposizione sostiene che, a prescindere dalle coperture finanziarie per avviare alle assunzioni, si tratterebbe di una norma incostituzionale. “Articolo prevede l’assunzione di dirigenti senza concorso pubblico e con contratti a tempo determinato. Siamo in attesa di una riforma organica ferma in commissione da mesi perché il governo non presenta delle riscritture.
L’articolo è manifestamente incostituzionale ed inoltre, nell’accordo Stato- Regione, Musumeci ha firmato che occorre puntare ad una riduzione del numero complessivo delle posizioni dirigenziali di ogni livello”, dichiara il deputato regionale Luigi Sunseri, componente della Commissione Bilancio.

La stessa Corte dei Conti (sezione controllo) ha stoppato l’avvio dei concorsi in assenza di una previa riforma compiuta in seno alla dirigenza regionale, per cui è impossibile avviare assunzioni di nuovo personale dirigenziale, senza aver prima proceduto al superamento della terza fascia dirigenziale.

Marco Zambuto, assessore regionale alla Funzione Pubblica, chiarisce che si tratta di una norma ordinamentale, non servono coperture finanziarie,  e nel caso specifico  si parla nei limiti del 50% delle facoltà assunzionali. “Comunque, annuncio che il governo è disposto a migliorare il testo in funzione degli interventi esposti in aula”, dichiara Zambuto.

Sulla questione dibattuta interviene il presidente Miccichè “La Regione ha bisogno di un cambio generazionale e di dirigenti giovani che con le dovute competenze siano in grado di mandare avanti questa macchina amministrativa. Perciò io dico, assumiamo ai fini di una rigenerazione della P.A. siciliana, dobbiamo svecchiare”

L’Ars procede alla votazione senza alcuna riserva degli articoli 20 e 24.

Momento di stallo parlamentare anche per l’art.25 “Interventi per la Caccia e Caccia di selezione” per un milione di euro, prevedendo per il 2021 una riduzione del 50% della Tassa di concessione governativa regionale per l’esercizio venatorio nel 2020. Di fatto l’anno scorso i cacciatori hanno pagato le tasse governative regionali e nazionali, e a causa del covid, non hanno potuto esercitare l’attività venatoria. Da qui, la proposta dei deputati di apportare un’ulteriore riduzione, arrivando al 70% di abbattimento, che ha trovato piena adesione da parte del presidente Musumeci, il cui governo ha provveduto in estemporanea ad un emendamento in tal senso, consentendo così ai parlamentari di approvare la norma.

Come governo, ci è sembrato opportuno recuperare questa problematica e devo dire che con la quasi condivisione dell’aula si è previsto per il 2021 l’abbattimento della tassa del 70%. E’ un mondo che va seguito, difeso e soprattutto rilanciato, poiché la caccia è uno sport. Poi le attività in questione rappresentano per la cassa della Regione una notevole entrata economica, addirittura queste somme dovrebbero essere finalizzate per lo sviluppo di queste tematiche, ma accade che questi soldi che arrivano dalla tassa pagata dai cacciatori, viene inglobata nel meccanismo complessivo del governo. Quindi c’è un impegno di trovare delle somme per potenziare quei capitoli e venire così incontro alle richieste. Anche la legge sul randagismo è abbastanza importante, e come per i cacciatori, è stato opportuno dare risposta anche su questo tema, prevedendo una copertura finanziaria per quella legge che il presidente Musumeci ha definito strategica e importante”, conclude l’assessore regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, Toni Scilla.

Un intervento chiarificatore e di buona politica”, aggiunge Miccichè, complimentandosi con il presidente della Regione, Nello Musumeci.

I lavori d’aula sono rinviati ad oggi, alle ore 16.

 

IL COMMENTO DEL DEPUTATO REGIONALE GIUSEPPE LUPO

 “Il governo Musumeci valorizzi le professionalità interne della Regione piuttosto che assumere senza concorso nuovi dirigenti esterni a tempo determinato contravvenendo agli impegni assunti con lo Stato con l’accordo del 14 gennaio 2021. Il governo avvii un processo di riqualificazione del personale in servizio della Regione dotato di competenze, titoli ed esperienza”, dichiara Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars, intervenendo in aula opponendosi all’articolo 14 del ddl di Stabilità.

 

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