Il drone che ha uccise il generale Soleimani proveniva da Sigonella? Un interrogativo che si fa strada in queste ore, vista l’importanza strategica della base siciliana per le operazioni nel Mediterraneo e anche alla luce di quanto accaduto anche in passato.
“Un’operazione della rilevanza strategica enorme quale quella dell’uccisione del generale Soleimani, condotta con i droni, coinvolge necessariamente la base di Sigonella, che insieme alla stazione di Ramstein in Germania ha un ruolo centrale nella gestione degli aerei senza pilota e nei nuovi sistemi di guerra automatizzati. Questo dovrebbe porre dei pressanti problemi di ordine politico, ma anche Costituzionale al governo e al Parlamento. Invece c’è il silenzio“. Lo dice Luca Cangemi della segreteria nazionale del Pci.
Il drone utilizzato dagli Stati Uniti per mettere a segno l’attacco mortale contro il generale iraniano Qassem Soleimani è l’MQ-9 Reaper, originariamente conosciuto come Predator B. Secondo altre fonti, invece, il raid sarebbe stato condotto congiuntamente dall’MQ-9, da un altro drone – l’MQ-1C Grey Eagle – e da un elicottero d’attacco AH-64E Guardian dell’esercito americano.
“Può l’Italia consentire che il suo territorio venga coinvolto in un omicidio extragiudiziale e in azioni di guerra senza che le sue istituzioni vengano consultate e probabilmente neanche informate? – aggiunge Cangemi – Di fronte ad una crisi internazionale straordinariamente pericolosa non sarebbe necessario bloccare le attività dei droni che rappresentano tra l’altro un pericolo quotidiano per il traffico civile dell’aeroporto di Catania, pericolo che in questi giorni sarà moltiplicato da attività militari intensissime? Non è il caso di aprire una riflessione sul ruolo della base di Sigonella (tra Lentini e Catania, ndr) – continuamente rafforzata (insieme alla proiezione rappresentata dal Muos di Niscemi) – e sulla sua compatibilità con la Costituzione Italiana e con gli stessi interessi nazionali dell’Italia?”, chiede Cangemi.
“Il ricercatore Antonio Mazzeo, che da anni ci informa sul gravissimo sviluppo in dotazione e ruolo della base di Sigonella, ci ha illustrato il forte dibattito che è aperto da anni nel Parlamento tedesco sulla stazione gemella di Ramstein – conclude -. In Italia invece l’afasia assoluta di rappresentati istituzionali subalterni e spesso, ignoranti. Uomini di governo e di stato che di fronte ad un gesto criminale ed irresponsabile, come quello compiuto dagli Stati Uniti a Baghdad, balbettano e annaspano”.
E dopo l’attacco americano rivendicato da Trump, anche l’Italia (in quanto paese alleato) trema, proprio per il ruolo centrale di Sigonella. “L’Italia – dice il parlamentare del M5S Paolo Ficara – stia lontana dall’aggressione e dalle mire espansionistiche mostrate dagli Usa e anzi invito il premier Conte e il ministro Di Maio a intervenire per far sentire la voce dell’Italia”.
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