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Si riparte dopo il successo dello scorso anno con la seconda edizione del BarbablùFest, fortemente voluto dall’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà, il cui cartellone artistico è stato costruito dal drammaturgo e regista Giuseppe Dipasquale, da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, con la Produzione esecutiva ed organizzazione generale a cura di Terzo Millennio di Andrea Peria, nel Parco Archeologico di Villa del Casale e Morgantina, diretto da Liborio Calascibetta. Un successo decretato dai numeri di presenze e dalla partecipazione degli artisti che hanno reso una delle aree archeologiche più suggestive del patrimonio dei Beni Culturali siciliani il palcoscenico centrale dell’attività artistica della scorsa estate.
Questa nuova seconda edizione si innesta su un tema che lega con un filo rosso le diversificate proposte del cartellone del 2022: il mito contaminato nel presente. In un decagramma di spettacoli di prosa e musica si affaccia sulle secolari pietre greche di Morgantina, e quest’anno anche sull’area archeologica romana di Villa del Casale a Piazza Armerina, la voce di una variazione moderna e contaminata del mito in quanto fabula e racconto esemplare della realtà. Contaminato nel presente perché il richiamo all’oggi fatto per archetipi ci aiuta a comprendere meglio la tipologia dell’essere e dell’adattarci ai tempi che viviamo. Sette temi nella sezione prosa: La terra, protagonista nella Medea di Luciano Violante, con Viola Graziosi diretta da Giuseppe Dipasquale, è la chiave di una concezione atavica di violenza che non sa liberarsi dal delitto eterno dei giusti. La terra di Sicilia uccide i suoi figli migliori, ma a differenza di Medea che li sottrae al pericolo di Giasone, lo fa per una inversa interpretazione dello stato di diritto e del concetto di potere. La madre, quale appare in quanto predatrice del desiderio, simbolo famelico di madre matrigna che divora se stessa come divora i figli, ne La Lupa di Giovanni Verga di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita, con Donatella Finocchiaro. Altro tema è quello de La sposa, nel racconto che ne fa Lucia Sardo in Venivamo dal mare, uno spettacolo/concerto sui matrimoni per procura degli anni ’20 dove la donna era merce di un contratto economico molto spesso ingannata e resa infelice. Il tema dell’Infedele, nella figura del feroce Scipione Cicalazadè del romanzo Il lupo e la luna, di Piatrangelo Buttafuoco, è al centro dello spettacolo che ne hanno realizzato come un cunto di parole rivelate, Salvo Piparo e Lello Analfino. Storia di passioni e violenze nella Sicilia del XV secolo tra Spagnoli e Ottomani. Lo straniero, nel tema e nel titolo, ovvero uno dei terribili innocenti, quell’uomo che non vuole giustificarsi e per questo gli si preferisce l’idea che ci si fa di lui e non quello che lui è, ci viene narrato da Adriano Giannini, riletto dal romanzo di Albert Camus. Di sapore ironico, contemporaneo è il tema della casalinga, nella disastrosa quotidianità dell’essere, quello che ci viene presentato in Ristrutturazione, ovvero disavventure casalinghe raccontate da Sergio Rubini: un viaggio ironico e irriverente tra le maglie del quotidiano. Infine il tema di Sicilia, come metafora e come archetipo, risuonerà nelle note musicali e nelle parole dei poeti siciliani suonate e dette da Kaballà e Antonio Vasta.
Gli appuntamenti musicali si affidano ad un tema a tre voci che tre grandi artisti interpretano con eccelsa maestria: la musica che racconta se stessa. Ovvero Roy Paci, Mogol, Nicola Piovani. Dunque BarbablùFest, tutto quello che la testa ci fa dire sul mito, teatro, musica e altro.