Anthony Barbagallo, come stanno procedendo i lavori all’Ars?
“Sono molto preoccupato per la Sicilia. Non abbiamo mai visto tanta inerzia e totale assenza di proposta politica da parte del governo regionale. Nelle ultime legislature, quanto meno, c’era un momento di confronto sull’avvio di alcune riforme. Ad oggi, invece, non è stato fatto lo sforzo di fare una riforma”.
Rispetto a quali riforme il governo regionale tarda ad agire?
“I siciliani aspettano la riforma dei rifiuti. Mi baso sui dati e dico che la situazione è veramente insostenibile, fuori controllo. C’è una evidente inadeguatezza del presidente Schifani. In otto mesi, il governo Schifani non ha finanziato un solo impianto in tutta la Regione Siciliana, né possiamo parlare di nuove realizzazioni. La crisi del sistema dei rifiuti in Sicilia è dovuta soprattutto alla carenza proprio di impianti. Abbiamo accusato Musumeci perché ha realizzato un paio di impianti all’anno. Schifani sta facendo pure peggio di Musumeci. Se non ci sono queste strutture, sarà tutto vano. Hanno a disposizione risorse e fondi europei. Invece questa giunta non ha una visione, non sa neanche dove individuarli. Neppure ne parlano, non ho sentito di un sopralluogo fatto. È vergognoso. Altro fatto ribadito dalla Corte dei Conti nella relazione del 2016: le Srr devono diventare pubbliche. Il centrodestra, impunemente, continua a fare finta di nulla. Il governo nazionale ha diffidato la Sicilia dicendo che devono essere cinque gli ambiti territoriali ottimali, ci vuole una perimetrazione congrua che garantirebbe un’ottimizzazione migliore. Sulla governance dei rifiuti, evidentemente il governo strizza l’occhio a qualcuno che si avvantaggia di questa situazione: i privati. Poi occorre anche una riforma sul sistema idrico. Aspettiamo la riforma del comparto forestale, una revisione dell’offerta turistica che non è organica. La riorganizzazione della pubblica amministrazione anche rispetto ad alcune nomine da parte della Regione. Improvvisano senza avere una pianta organica e un ruolo della dirigenza adeguato. Le riforme servono, non giriamoci intorno. Generalmente è la fine della legislatura che rompe i rapporti tra governo e parlamento. Oggi assistiamo ad una cosa assurda, che non si era mai verificata prima: all’inizio della legislatura il governo rimane passivo di fronte al parlamento”.
Su questi temi, secondo lei, c’è un’opposizione apprezzabile all’Ars?
“Il gruppo parlamentare del Pd si è contraddistinto per una straordinaria attività propositiva e di redazione di testi di legge, presentazione di un numero consistente di atti ispettivi. Facciamo, come sempre, la nostra parte”.
Come commenta la crisi del Pd dal punto di vista elettorale, cosa è accaduto?
“Non credo alla narrazione di qualche organo di stampa o di un autorevolissimo esponente politico, secondo cui il centrodestra ha vinto le elezioni. Ha perso a Ragusa e a Siracusa e ha vinto soltanto a Catania. Il partito democratico ha vinto soltanto a Trapani. Certamente, se è vero che il Pd non ha vinto le elezioni, non le ha vinte neanche il centrodestra. Alle amministrative hanno trionfato soprattutto i sindaci uscenti, ai quali i cittadini si sono affidati. Il Pd non ha brillato, ma sicuramente riparte dalla freschezza della sua classe dirigente e si prepara alle prossime sfide. Saremo con Elly Schlein prima ad Enna e poi a Palermo per parlare di temi importanti, rispetto ai quali il centrodestra ha svenduto la propria dignità elettorale e parlo dell’autonomia differenziata. Schifani e i suoi amici sono prontissimi ad eseguire gli ordini di Salvini e di Calderoli anche sui temi dell’ambiente di cui siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo – lo ribadisco- nelle discariche private, alla Lukoil e sul petrolchimico di Priolo. C’è un calo dell’attenzione che il Pd provvederà a rettificare”.
Parlava di sfide. La prossima è rappresentata dalle Europee. Come vi state organizzando?
“Il Pd continua ad essere il baricentro del centro sinistra. Le elezioni europee rappresentano il campo di battaglia più congeniale al Pd, la nostra segretaria nazionale ha nelle sue corde i temi dell’Europa. La nostra sarà una lista importante che punterà alla classe dirigente che abbiamo. La scelta dei nomi passerà da un confronto con la federazione. Manca un anno”.
Alleanze dal punto di vista nazionale e regionale dopo gli ultimi avvenimenti? Il sodalizio giallo-rosso non è stato idilliaco.
“L’alleanza con il M5S resta sempre all’ordine del giorno. In questa stagione politica c’è un confronto tra le forze di opposizione in Ars che dà stimolo. Penso al documento presentato sul salario minimo. La coalizione deve essere coerente rispetto ai temi che ciascuna forza politica porta avanti”.
A Sala d’Ercole spesso gli animi si scaldano sulla sanità pubblica. Lei cosa pensa?
“Lo dico apertamente. Presenteremo un esposto alla Corte dei Conti per l’uso spregiudicato dei medici a gettone senza nessuna verifica delle disponibilità. Arriva il direttore dell’Asp di turno e anziché affidarsi direttamente ai medici, si affida direttamente ad una società dove è previsto questo meccanismo. Il costo è veramente spropositato e brucia sulle spalle dei siciliani. Era un’eccezione, adesso sta diventando la regola in tane realtà. C’è bisogno di una programmazione vera. Non c’è più un rapporto tra spesa pubblica ed esigenze concrete che regga. Dobbiamo capire quale è il costo reale che stanno sostenendo le Asp siciliane. Il Pnrr rappresentava una straordinaria occasione economica, ci doveva essere un uso congruo delle risorse per gli ospedali. E’ triste dovere riscontrare che, nonostante annunci e proclami, il sistema sanitario per il centrodestra continua a essere soltanto un bacino elettorale a cui attingere a piene mani”.