“In un periodo come questo, in cui siamo bombardati da notizie di mafia, omertà e corruzione, abbiamo bisogno di esempi di vita come quello di Biagio Conte”. È con queste parole che esordisce l’artista campano Domenico Sepe, che sui social ha mostrato alcune foto di una sua scultura dedicata al missionario laico palermitano, scomparso lo scorso 12 gennaio.
Dal suo studio di Afragola, ci racconta di aver “conosciuto tempo fa la figura di fratel Biagio, ma solo attraverso articoli e altre notizie. Non sapevo molto di lui, se non quello che emergeva, della sua storia di benestante che aveva deciso di lasciare tutto per dedicarsi agli ultimi. Dopo la sua morte, però – dice -, mi è capitato di trovare su TikTok un’intervista in cui raccontava le motivazioni che lo avevano spinto a fare lo sciopero della fame. Ho pianto. E non mi vergogno di dirlo”, ci tiene a sottolineare l’artista.
Da lì, poi, Sepe si ritrova a dover iniziare una nuova opera. Un blocco di argilla da cui non sa ancora cosa verrà fuori: “Man mano che lavoravo, mi rendevo conto che il volto barbuto di fronte al quale mi trovavo era quello del fondatore della missione Speranza e Carità”.
Il volto di un uomo sofferente, molto diverso dalla personalità gioiosa che i palermitani per anni sono stati abituati ad incrociare: “A chi mi dice che Biagio Conte sorrideva sempre rispondo che, forse, è attraverso la sofferenza che passerà il suo messaggio, attraverso la sofferenza che ha voluto condividere con gli altri”, risponde.
L’opera di Domenico Sepe è e resterà un’incompiuta, “ma ha senso anche così, come incompiuta eppure completa è stata la sua vita”, dice l’artista, che attraverso la semplicità del materiale utilizzato, l’argilla, vuole raccontare a mondo la semplicità, l’umiltà, di fratel Biagio: “Un esempio di umanità, compassione e carità, in un messaggio non prettamente religioso. Perché tutti meritano di conoscere la sua figura”.
Per questo, Sepe donerà l’opera alla città di Palermo.