Se Palermo vive un abbandono che sicuramente non può essere smentito e che è sotto gli occhi di tutti, con molta probabilità l’accelerazione del sindaco Orlando in tema di Bilancio comunale è legata ha due precisi obiettivi: far approvare dal consiglio comunale, in tempi brevissimi, lo strumento finanziario per evitare il commissariamento e rendere operativo il Peg (piano esecutivo di gestione) che permetterà al “Primo cittadino” di aprire i “cordoni della borsa”.
Tanto per capirci, parliamo delle somme inserite nei vari capitoli di Bilancio che servono a far muovere la macchina comunale. Ma soprattutto “preziosi strumenti” che, in sede di discussione in aula, i consiglieri usano come “armi bianche” attraverso la presentazione di emendamenti ad hoc. Un modo per mediare e poi ottenere delle “prebende” che tornano sempre utili a chi, pur sempre, deve rispondere ai propri elettori. Certo la strada è lunga.
Il consiglio comunale ha previsto una maratona d’aula, che inizierà da domani, per l’approvazione degli atti propedeutici al Bilancio. Parliamo di un atto finanziario che si ritrova il peso di centinaia di debiti fuori bilancio, di una diminuzione delle entrate (già nell’arco, che va dal 2012 al 2016, il calo era stato pari a 300 milioni di euro), della situazione delle aziende partecipate, con la criticità di Amat e Rap. Quindi tra le pieghe dei capitoli i vari spostamenti delle somme diventano come una sorta di risiko. Vedi settori come il sociale, l’edilizia scolastica, la viabilità, il verde e la cultura. E non meno importante, anzi, la contrazione dovute ai mutui.
Certo, a tutto questo si aggiunge il mancato trasferimento dei fondi statali e regionali che per il 2015 è stato di 148 milioni di euro, ma il problema è anche quello delle entrate tributarie difficili da recuperare, tra task-force e censimenti sul territorio che poco hanno sicuramente sortito.
Orlando ha ben chiaro, oggettivamente, che la situazione, all’indomani della sua conferma a Palazzo delle Aquile, è sicuramente mutata rispetto a cinque anni fa. E non parlo degli equilibri politici. Quelli sono assolutamente saldi a Sala delle Lapidi, in quanto la tela da lui abilmente cucita comprende svariati colori, con la preminenza dell’azzurro. Qui, invece, si tratta di consenso popolare. In questo contesto, dunque, poter avere un bilancio approvato con esecutività immediata, puo’ dargli ossigeno e, soprattutto, può consentirgli di giocare sulla scacchiera di una città debole e facile da domare.
Il countdown sta per iniziare e Orlando, forse, ha anche l’alibi per allentare il suo assist al candidato Presidente civico del centrosinistra alle regionali e pensare più alla sua Palermo.