Uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare è riuscito a sfuggire all’estero ed è ricercato. L’operazione è stata denominata “Iddu”. A sette persone il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere. L’operazione, scattata all’alba nelle province etnea, di Milano e Lecce, ha portato in totale 21 arresti.
Le indagini hanno permesso di colpire alcuni appartenente al gruppo di Riposto della famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola – Ercolano che opera a Riposto e Giarre. Gli investigatori hanno ricostruito l’ingente volume d’affari illegali, il sistema di gestione delle piazze di spaccio h 24, le modalità di approvvigionamento e cessione di cocaina, marijuana e hashish e il mantenimento degli affiliati detenuti.
Tra le attività del clan anche le estorsioni aiuto danni di commercianti, nessuna delle quali è stata denunciata dalle vittime. Durante le indagini sono state arrestate in flagranza di reato di detenzione di droga 10 persone e sono stati sequestrati 210 di marijuana, 320 grammi di cocaina, 40 grammi di hashish, una piantagione con 170 piante di canapa indiana, quattro proiettili calibro 7.65 e 4.715 euro in contanti.
La direzione e gestione del clan era riconducibile a Benedetto La Motta, di 62 anni, tra i destinatari del provvedimento restrittivo, indicato da più pentiti come referente del clan catanese, coadiuvato da alcuni fedelissimi tra i quali Antonino Marano di 56 anni, noto come il “killer delle carceri” .
La Motta e Marano sono stati raggiunti recentemente da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’efferato omicidio di Dario Chiappone A seguito dell’arresto di La Motta, gli sarebbe subentrata la moglie, Grazia Messina non solo avrebbe ricevuto i proventi delle estorsioni ma dimostrato di saper amministrare anche la giustizia criminale commissionando il pestaggio di uno dei rapinatori di un negozio ‘protetto’ dal clan. Dei 22 destinatari del provvedimento 14 sono stati rinchiusi nelle carceri di Catania, Siracusa, Messina, Caltanissetta, Milano e Lecce.