Stefano Candiani detta la linea politica della Lega – Salvini Premier per la Sicilia. Dopo il bagno di folla della scorsa settimana a Palermo, il commissario del Carroccio per l’Isola e sottosegretario del governo giallo-verde scrive nero su bianco compiti e obiettivi del proprio ruolo. E per farlo sceglie il blog culturale Nuove Verrine, che da qualche tempo ospita diversi contributi di studiosi, docenti, psicologi ed esponenti della cosiddetta “società civile siciliana”.
Il numero uno leghista rivolge un messaggio chiaro ad altre formazioni che in un recentissimo passato sembrava guardassero con interesse a un’intesa con la Lega, prima fra tutte #DiventeràBellissima, che non viene citata direttamente, ma il cui riferimento appare evidente: “Non abbiamo alcuna intenzione di avviare percorsi federativi con gruppi autonomi. Poiché il nostro obiettivo non sono poltrone o voti, piuttosto contribuire con la Sicilia e con tutte le regioni del Sud a ricostruire un’Italia che questa volta sappia ricordarsi di tutti”. Dunque, porte chiuse ad accordi con altri gruppi politici locali.
“Dal modello Lega – scrive il senatore Candiani – regioni come la Sicilia possono solo ottenere vantaggi. L’autonomia siciliana, ad esempio, non ha funzionato in quanto è appartenuta ad una Sicilia che aveva contro il resto d’Italia. Una diffusa coscienza autonomista sul territorio nazionale non potrà che rafforzare le specificità regionali, e nella fattispecie della Sicilia che su questo percorso è avanti dal punto di vista normativo. Anche se le norme sono state disattese dallo Stato, ed in parte anche dalla classe politica siciliana. In questo la Lega ha dei modelli virtuosi di formazione, ha attivato una scuola ed ha un processo di selezione interno che premia altamente il merito ed intende fornire l’indiscussa capacità di amministrare sui territorio come modello anche per la Sicilia”.
“Questo processo di rinnovamento – scrive ancora il commissario leghista – che finalmente dia voce ai territori, è parte dell’identità stessa della Lega. È parte del suo DNA. Ricordo infatti che la Lega nasce proprio dall’unione di gruppi locali che rivendicano, separatamente, maggiori autonomie territoriali. Perché questo processo possa avvenire in modo strutturale è necessario il concorso di tutta l’Italia. È indispensabile che ogni territorio partecipi al piano di riorganizzazione del Paese, forte delle proprie specificità e che sappia concertarle con gli altri territori”.
Candiani spiega, quindi, il proprio ruolo, affermando come l’incarico di guidare la Lega nell’Isola sia solo transitorio, nell’attesa che una classe dirigente leghista maturi e sia pronta per interpretare al meglio le rivendicazioni della Sicilia: “Noi desideriamo una Sicilia leghista, che possa sposare l’impianto generale del processo autonomistico proposto dalla Lega a partire dalle sue rivendicazioni e specificità. Per fare questo dovranno essere i siciliani a guidarla. Il mio, dunque, è un mandato che finirà tanto prima, quanto prima saremo stati in grado di formare un gruppo dirigente, che fatte proprie le modalità di azione della Lega, le sappia declinare sul territorio siciliano usando il linguaggio della Sicilia”.