Nebulosa giudiziaria al comune di Siracusa. In questi giorni la polizia giudiziaria, su delega della Procura locale, ha passato diecimila firme al setaccio nei locali dell’ufficio elettorale acquisendo gli elenchi dei sottoscrittori di dodici liste presentate alle Comunali del 2013. L’inchiesta sulle firme false quindi si allarga in modo evidente: nei giorni scorsi nel mirino erano finite le liste “Rinnoviamo Siracusa” e “Garozzo sindaco” a supporto del sindaco del Pd, ora sono state prelevate dagli inquirenti le sottoscrizioni di altre 12 civiche che sostenevano altri sei candidati sindaci.
Sono state “risparmiate” soltanto le liste di partiti e movimenti che, poiché espressione di forze politiche presenti all’Ars, non avevano bisogno di presentare le firme: Pd, Megafono, 5 stelle e Pdl. Elenchi fotocopiati o firme contraffatte sono stati analizzati dalla procura, controllati elenchi di tutte le liste civiche mentre quelli di “Rinnoviamo Siracusa” erano già stati esaminati. Proprio il capolista di “Rinnoviamo Siracusa”, Giuseppe Patti, ha presentato esposto in cui si denunciavano “anomalie” nella raccolta e nella presentazione delle firme. La procura ha già disposto accertamenti su queste liste e sette persone, tra cui l’ex presidente della Provincia Armando Foti (fratello dell’ex sottosegretario Dc Luigi Foti) sono finite nel registro degli indagati.
Il procuratore Francesco Paolo Giordano ha creato un gruppo di lavoro che amplierà il campo dell’indagine alle altre liste attraverso lo studio di perizie calligrafiche e convocazioni dei sottoscrittori. È un caso speculare rispetto a quello di Palermo, dove la bufera ha investito i 5 stelle ma più elevato nel capoluogo è il livello degli indagati (ci sono 5 parlamentari) e ad accendere gli animi è stata la decisione degli stessi di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Tre eletti fanno parte di Rinnoviamo Siracusa e sono accusati di aver fotocopiato elenchi; falso ideologico invece per sette attuali consiglieri provengono invece dalla lista “Garozzo sindaco” che sarebbe stata supportata da firme contraffatte. Nel caso della lista del sindaco, però, anche escludendo le irregolari potrebbe restare in piedi un numero di firme sufficiente a supportare le candidature presentate. “Il procedimento farà il suo corso — afferma Giuseppe Patti — ma il dato politico è importante. L’elezione di dieci consiglieri, fra cui il presidente, potrebbe essere viziata da un’illegittimità di fondo. È una questione davanti alla quale non si possono chiudere gli occhi“.