La Polizia Postale, in coordinazione con la Procura Distrettuale di Catania, ha condotto una complessa investigazione che si è conclusa con l’arresto in flagranza di reato di un uomo di 46 anni ritenuto responsabile del delitto di atti persecutori aggravati dall’utilizzo degli strumenti telematici nonché diffamazione e sostituzione di persona.
La vicenda trae origine da numerose denunce, presentate fin dal 2014, dal titolare di una nota struttura alberghiera di questa provincia. Parecchie migliaia sono stati i messaggi inviati in modo massivo tramite e-mail e falsi profili social a moltissimi utenti, gran parte dei quali personaggi noti delle istituzioni, dell’imprenditoria e delle professioni residenti in varie parti d’Italia; secondo l’accusa, l’arrestato, fingendosi il titolare della struttura alberghiera, oltre a diffamarlo, avrebbe ingiuriato gravemente i destinatari o loro amici e conoscenti. L’imprenditore, purtroppo, si è visto alcune volte inizialmente indagato perché a sua volta denunciato dai destinatari delle denigrazioni. Per danneggiarne l’immagine, oltre agli insulti rivolti anche alla sua famiglia, avrebbe fatto riferimento ad una vendita del suo hotel, in presunto fallimento, ed a sue vicende personali. L’arrestato conoscerebbe la vittima e, sebbene avesse interrotto i rapporti da tanti anni, tantoché non vi erano sospetti su di lui, avrebbe nutrito nei suoi confronti un profondo rancore soprattutto per questioni legate a vecchie vicende economiche.
Gravissimo il disagio ed il turbamento vissuto dalla parte lesa e dai suoi familiari.
L’indagato, esperto nell’utilizzo dei sistemi informatici, in questi anni sarebbe riuscito a nascondere abilmente le tracce informatiche utilizzando avanzati sistemi di anonimizzazione. Tuttavia, le investigazioni condotte dalla Polizia Postale con servizi di intercettazione anche telematiche disposte dalla Procura hanno consentito l’individuazione di colui che sarebbe ritenuto responsabile delle condotte persecutorie e, dopo un’attività di pedinamento, lo stesso è stato tratto in arresto in flagranza mentre era collegato con una rete wi-fi pubblica del centro di Catania intento ad inviare altre centinaia di messaggi.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale ha convalidato l’arresto ed emesso una ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari.