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Catania, Sold out al Teatro Massimo Bellini per le date del concerto “Sicilia, la musica della Madre Terra”

venerdì 10 Marzo 2023
Teatro Bellini Catania

“Sicilia, la musica della Madre Terra”: l’evocazione del genius loci riassume lo spirito del concerto che il Teatro Massimo Bellini propone nell’ambito della stagione sinfonica, la cui impaginazione si conferma aperta a generi e repertori variegati.

Il progetto riunisce artisti doc che non hanno certo bisogno di presentazioni: cantautori e interpreti del repertorio tradizionale quali Alfio Antico, Cesare Basile, Eleonora Bordonaro, Rita Botto, Mario Incudine I Lautari, Mario Venuti; sapiente direttore e arrangiatore è Luciano Maria Serra, l’Orchestra quella pluripremiata dell’ente lirico etneo. L’appuntamento è per venerdì 10 marzo alle 20.30 (turno A) e sabato 11 marzo alle 17.30 (turno B): due date che da giorni hanno fatto registrare il tutto esaurito, sulla scia dei sold out che in questi ultimi anni continuano a premiare magna pars gli eventi programmati dal Bellini. In particolare, Sicilia, la musica della Madre Terra” vuol essere un incontro tra popolare e sinfonico, in un alternarsi di istintivo e colto, ragionato e vissuto.

 

E ciò attraverso il prezioso repertorio tramandato oralmente nei secoli, quando, in uno scambio continuo di temi, la musica colta ha tratto ispirazione da motivi popolari, mentre le cantate tradizionali hanno spesso emulato frammenti melodici d’autore. L’organico del Teatro Massimo Bellini intreccia le voci dei canti di lavoro, d’amore e narrativi, alla maestria sinfonica degli arrangiamenti del Maestro Serra, altre volte riporta alla luce le cellule melodiche originali delle reinterpretazioni colte delle Folk Songs di Berio. Più filoni narrativi si alternano in repertorio. I canti di lavoro, con Aja Mola proposta da Cesare Basile, come paradigma della caratteristica funzionale del canto popolare, voce e ritmo degli ultimi. Le serenate e i canti d’amore antichi risuonano con Mi votu e mi rivotu cantata da Mario Venuti, La Cifalota de I Lautari e nei canti A la fimminisca di Eleonora Bordonaro; quelli di creazione contemporanea con Disideriu a sirinata di Alfio Antico o Cocciu d’amuri di Lello Analfino proposto da Mario Venuti. La grande tradizione dei canti narrativi viene resa da I Lautari di Tra villi e valli, Mario Incudine di Vitti ‘na crozza e Alfio Antico di Ventu e Caristia, mentre Cesare Basile con Araziu Stranu e Mario Incudine con Lamento pi la morti di Turiddu Carnivali celebrano l’epica tragica dei cantastorie. I giochi e le filastrocche sciolgono l’intreccio ritmico in Tri Tri Tri di Eleonora Bordonaro e Re Bufè di Alfio Antico.

Infine, un doveroso omaggio alla costante aspirazione trascendente della realtà musicale dell’isola, incarnata nelle composizioni di Franco Battiato Stranizza d’amuri e Giuni Russo Strade parallele (Aria siciliana), arrangiata da Giovanni Arena, proposte da Rita Botto. L’impianto teatrale prende ispirazione dall’esperienza di Ci ragiono e canto di Dario Fo, suite di brani tradizionali riaffiorati dalla memoria e giustapposti per contrasto ritmico o omogeneità di funzione. Le voci della Sicilia contemporanea si spiegano a sublimare dolori e brutture, a riconoscerci tutti in una storia antica e profonda, a testimoniare la meraviglia che siamo. Come sottolinea Luciano Maria Serra: “Sicilia, la musica della Madre Terra, è un concerto sinfonico concepito come un unico, grande flusso musicale. Concerto sinfonico non soltanto perché è l’orchestra sinfonica del Teatro Massimo Bellini il mezzo di espressione di ogni composizione proposta dagli importanti solisti coinvolti in questo viaggio in musica attraverso la nostra isola, ma anche perché la commissione che la dirigenza del Teatro ha voluto affidarmi è stata quella di vestire di sinfonismo ogni pezzo che questi solisti avessero avuto cuore di presentare al pubblico. Per questo motivo ho accolto con totale convinzione il suggerimento di collegare l’apporto di ogni artista con brevissimi nodi musicali, tenuti insieme da una introduzione e un finale di respiro appena più ampio“.

Osserva ancora Serra: “All’interno del concerto, poi, mi sono concesso un piccolo momento ‘solistico’ in qualità di compositore; momento che ho affidato all’arpa di Giuseppina Vergine, la quale suonerà una mia ‘Siciliana’, per altro espressamente a lei dedicata. L’ultima – non meno importante – soluzione adottata per non incrinare la cifra stilistica di ogni solista è stata quella di scrivere delle orchestrazioni orientate a non compromettere ciò che è peculiare, ciò che è proprio di ogni loro mezzo espressivo. Gli affezionati di ogni cantante ritroveranno quindi intatti i modi interpretativi di tutti coloro i quali daranno voce all’anima della nostra amata Sicilia”.

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