Archivia (con amarezza) il progetto di partito nazionale dopo la sconfitta alle Europee (QUI), si prepara a difendere il fortino di Messina (sott’assedio) e punta tutto sull’obiettivo che era quello del 2022: la pesidenza della Regione Siciliana.
LA PROFEZIA DI PIEPOLI
Il ritorno di Cateno De Luca è stato in due tempi, ieri sera a Fiumedinisi “là dove tutto è cominciato” assemblea di partito e questa mattina a Palazzo Zanca in conferenza stampa (in un Salone delle Bandiere affollato da esponenti di Sud chiama Nord e amministratori). Punto di partenza la disamina del voto che Cateno ha fatto senza sconti ma anche senza demoralizzarsi più di tanto, perché basta dividere il tonfo nazionale dai dati locali per capire da dove ripartire. Senza sconti dicevamo, il leader di Sud chiama Nord ammette che quell’1,3% nazionale è la metà di quello che si aspettava “ma è sempre più dello 0,9% che avevamo nel 2022 e comunque si è avverata la profezia di Piepoli che sin dall’inizio ha detto che il nostro è un fenomeno regionale, legato al nostro ben operare come amministratori”.
FORTINO SOTT’ASSEDIO
Archiviata quindi l’avventura politica nazionale “lascio a Laura Castelli presidente di ScN ed al nostro deputato nazionale Francesco Gallo il compito di fare quel partito nazionale che non sono riuscito a fare”. L’analisi del voto prosegue a livello locale, con i dati di Messina e provincia che sorridono ancora al gruppo deluchiano ma che, come spiega il sindaco di Taormina: “dimostrano che il fortino di Messina è sotto assedio” e che pertanto devono essere prese le contromisure.
L’ANALISI DEL VOTO
Numeri alla mano De Luca confronta i numeri delle Europee del 9 giugno con le Politiche del 2022 “il confronto deve farsi su un voto che di tipo politico e non amministrativo, perché sul piano amministrativo non c’è partita con noi……”. Il confronto dimostra che non c’è stato nessun tracollo e che Messina e provincia resta il “fortino”, sia pure con cali di percentuali che sono fisiologici perché il voto per le Europee è un “puro voto ideologico. Ma proprio i dati ci fanno capire che i cittadini dopo averci dato fiducia come amministratori iniziano a darcene anche sotto il profilo politico”
Il dato provinciale mostra come la zona jonica è la vera roccaforte dei consensi e come “dove il metodo di Cateno-Attila dà i suoi frutti amministrando i cittadini ci seguono”. Svetta su tutti il dato di Fiumedinisi.
Dall’analisi non sono mancate le frecciate agli avversari “ i sì ponte hanno perso, nessuno della maggioranza al governo ha fatto i miei stessi numeri, dovrebbero dimettersi tutti”, ma i toni non sono più quelli del passato. Già a Fiumedinisi ha annunciato (ebbene sì, proprio lui, l’imperatore delle dirette facebook) che è arrivata l’ora di smettere di essere così attaccati ai social ed alle apparenze “oggi pensano tutti che valga più un post di una cosa reale”.
L’ESPERTO DI BASILE
Quindi ricomincia da Messina “attenti, siamo sotto assedio ed è per questo che ci sono qui io, pronto a difendere tutto quello che abbiamo fatto”. Non usa toni forti ma annuncia una revisione di giunta e partecipate da fare nell’arco dei prossimi dieci mesi, di concerto con il sindaco Basile “sono qui in qualsiasi ruolo mi vorrà Federico, anche come esperto a titolo gratuito, ci sono delle cose da sistemare, ci sono partecipate che non dialogano con gli assessori, ci sono amministratori che a causa dell’ansia da prestazione commettono errori, ci sono stati anche errori di comunicazione”.
L’obiettivo è la candidatura alla presidenza della Regione, con o senza Pd e M5S e per raggiungerlo deve necessariamente tornare alla base: “Da oggi mi concentrerò esclusivamente sulla Sicilia, e sui siciliani e siciliane. A me non interessa la politica dei salotti romani, dei compromessi. E da qui riparto, da qui ripartiamo tutti insieme. Ripartiamo con determinazione dai due capisaldi dell’azione politica di Sud Chiama Nord: la scuola di formazione politico-amministrativa e la militanza a punti. Formazione e confronto, con sacrificio e passione, saranno le nostre linee guida.”