Gli over 65 assistiti a domicilio (Adi) in Sicilia sono aumentati nel 2023 appena dell’ 1%, dato che colloca l’Isola all’ ultimo posto nel monitoraggio dell’Agenas, l’agenzia nazionale sui servizi sanitari, sulla realizzazione degli obiettivi della missione 6 del Pnrr. Lo scarto con le altre regioni è abissale: la provincia autonoma di Trento con un +235% ha più che raddoppiato gli obiettivi.
L’incremento medio nel Paese è stato del 101%, tanto che Agenas parla di “target raggiunto”.
“Il dato nazionale– osservano Cgil e Spi Sicilia in una nota congiunta- la dice lunga sullo scarto con le altre regioni”. L’ obiettivo da raggiungere in Sicilia sarebbe stato un incremento di 39.121 assistiti (800 mila in tutto in Italia entro il 2026). La Sicilia si è fermata a 200 in più” .
“Così- afferma Francesco Lucchesi, segretario confederale della Cgil Sicilia– viene pregiudicata l’erogazione di gran parte delle risorse per il 2023 (quasi 50 milioni previsti), e se non si procederà alla spesa anche di quelle del 2024 . Questa è la dimostrazione plastica del disastro del welfare siciliano- aggiunge- e la certificazione dell’incapacità di gestire questi servizi e di progettarne lo sviluppo. Rischiamo che le risorse destinate alla Sicilia vengano redistribuite”.
“Se i numeri sono così bassi – attacca la segretaria generale dello Spi Cgil Sicilia, Maria Concetta Balistreri – è perché non c’è una presa in carico della persone degna di questo nome. Una riorganizzazione del servizio, a questo punto, appare pressoché indispensabile, perché in questo quadro la casa come luogo di cura è diventata un miraggio, più che un’opzione concreta”.
Nella relazione dell’Agenas peraltro un asterisco segna che la Regione, in occasione dell’ultimo monitoraggio, non si è neanche premurata di inviare il dato aggiornato.
“Delle due, l’una: o la sanità siciliana – dice Balistreri- è in mani incompetenti o, peggio, disattente. Incapaci, cioè, anche solo di raccogliere e trasferire dei dati al Ministero che li richiede. Se il dato fosse dovuto al mancato riscontro alle richieste la cosa risulterebbe altrettanto grave e dimostrerebbe una manifesta incapacità dei dirigenti dell’assessorato. Qualcuno dovrebbe pagarne le conseguenze”.
“La Sicilia- concludono Lucchesi e Balistreri- dovrebbe attrezzarsi meglio per superare i gap, le difficoltà che riguardano i 55 distretti socio- sanitari, a partire da quella enorme della carenza di personale”.