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Coronavirus, caos sport all’aperto: Conte dice si, Musumeci no. Ma i siciliani lo potranno fare?

sabato 21 Marzo 2020
La Domenica Favorita
Foto Archivio

In questi tempi di emergenza coronavirus, continua a tenere banco la questione sport all’aperto.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è tornato a trattare  l’argomento nelle ultime ore, rispondendo alle iniziative di alcuni governatori regionali.

Secondo quanto previsto dal nuovo DPCM del 20 marzo, da oggi saranno chiusi parchi, ville storiche, aree giochi per bambini e giardini pubblici. Stop inoltre a qualsiasi attività ludica e ricreativa all’aperto.

Lo sport all’aperto sarà invece consentito, ma solo vicino alla propria abitazione. Una disposizione poco chiara, che apre le porte a dei vulnus d’intepretazione non da poco. Come si può infatti stabilire oggettivamente a quale distanza un soggetto può allontanarsi dal proprio luogo di residenza?

CASI IN AUMENTO, ANTICIPO DECISIONALE DELLE REGIONI

Ad imprimere un’accelerazione alle scelte dell’esecutivo vi sono stati due grandi motivazioni.

In primo luogo vi è stato un incremento esponenziale dei casi nelle ultime 48 ore, ma a ciò va aggiunta una motivazione di tipo politico. Diverse Regioni, fra cui la Sicilia, si erano precedentemente mosse in autonomia, predisponendo misure in ordine sparso e creando un po’ di incertezza.

Una confusione che non aiuta, cosa sottolineata anche dal ministro Francesco Boccia: “le ordinanze, se non sono omogeneizzate con le indicazioni dello Stato, non vanno fatte. Bisogna aspettare il governo, che dal primo momento sta lavorando per omogeneizzare sempre più le misure”.

Un concetto, questo espresso dal titolare del dicastero per le Autonomie, che si ricollega alla questione sport in Sicilia. In questo caso infatti, il governatore Nello Musumeci si è mosso in netto anticipo rispetto al Governo nazionale, vietando con il decreto regionale del 19 marzo l’attività motoria all’aperto.

IN SICILIA SI POTRÀ FARE ATTIVITÀ SPORTIVA ALL’APERTO?

Siamo di fronte quasi ad una vera e propria antinomia, ovvero un contrasto fra norme. Nell’ordinamento italiano, sono quattro i criteri per risolvere contese di questo tipo: gerarchico, temporale, di specialità e di competenza.

Secondo quanto previsto dall’art.117 della Costituzione italiana, lo sport è collocato fra le materie di competenza legislativa concorrente. E’ da escludere quindi il ricorso all’autonomia speciale di cui gode la Regione Siciliana.

In un primo momento, si potrebbe pensare che un DPCM successivo batta il decreto del presidente della Regione antecedente. E invece a prevalere è proprio il provvedimento locale.

Il motivo? La competenza territoriale dei presidenti delle regioni e dei relativi prefetti permette agli stessi di adottare tutte le misure volte ad attuare la normativa regolamentare dello Stato. Ovvero una situazione che viene definita normativa in senso atecnico.

In parole povere, i governatori possono adottare norme stringenti rispetto all’ordinamento centrale, anche se non possono superare i limiti dello Stato. Detto ancora più terra terra, per i runner siciliani non c’è niente da fare: lo sport all’aperto è perora precluso.

I PRO E I CONTRO DEL FERMARE LO SPORT

Se da un lato è evidente che limitare gli spostamenti della popolazione potrebbe diminuire la diffusione del covid-19, per contro stare a casa favorisce un decremento delle funzionalità del sistema immunitario.

Questo a causa della produzione di cortisolo, conosciuto anche come l’ormone dello stress. Per assurdo infatti, la produzione di ACTH riduce le difese immunitarie facendo calare, di conseguenza, anche le reazioni infiammatorie. Inoltre, vengono promossi fenomeni quali l’osteoporosi, causa la ridotta sintesi di collagene e matrice ossea, l’aumento della glicemia e la lipogenesi.

Secondo quanto riferito dagli esponenti dell’ISS nella conferenza stampa del 18 marzo “sono 12 le persone morte in Italia dopo esse stati colpiti dal coronavirus che non presentavano patologie pregresse che ne spieghino la fine“. Un dato che dovrebbe far riflettere non solo il Governo ma anche la sanità italiana sull’importanza di promuovere lo sport a qualunque livello.

Da anni, inoltre, nel mondo delle scienze motorie, si evoca il concetto di psicomotricità. Con tale nozione s’intende il complesso delle interazioni fra il corpo, l’emotività e l’aspetto psicologico. Fare sport non solo migliora tutte le funzionalità vitali, ma aiuta l’accrescimento dell’autostima. Inoltre, permette di curare e limitare fenomeni quale la depressione e le disabilità di tipo emotivo.

IL PARERE DELL’OMS

Una posizione sostenuta anche dall’OMS.

L’Organizzazione Mondiale per della Sanità, attraverso un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale, ha ricordato quanto sia importante continuare a prendersi cura del proprio corpo, anche per combattere il covid-19.

Durante questo momento difficile, è importante continuare a prendersi cura della propria salute fisica e mentale – sottolinea il WHO -. Questo non solo ti aiuterà a lungo termine, ma ti aiuterà anche a combattere COVID-19, in caso di contagio”.

L’OMS raccomanda “30 minuti di attività fisica per un adulto e un’ora per un bambino. Se le linee guida locali e nazionali lo permettono, uscite per una passeggiata, per una corsetta o per un giro in bici, mantenendo una distanza di sicurezza.

Consigli anche per chi non può uscire di casa: “Trovate qualche esercizio online da fare, ballate a ritmo di musica, fate yoga o fate su e giù per le scale“.

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