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La bacchettata del virologo Roberto Burioni sul caso della movida della Vucciria a Palermo pare che non abbia sortito alcun effetto. Anzi, giovani e non, impavidi palermitani o temerari “fuori sede”, rincarano la dose e invadono le zone di aggregazione del centro storico, come se in Italia non stesse succedendo nulla in merito all’epidemia da coronavirus.
Sembra anzi che una strana febbre abbia contagiato il popolo della notte del capoluogo siciliano: il “corona vinus”, ovvero la smania di uscire a tutti i costi e aggregarsi come e più di prima, per bere e fare baldoria.
Tanti sono i commenti sui social dei giovani palermitani che sdrammatizzano e minimizzano la reale situazione dello Stivale: “Se dobbiamo morire moriamo comunque” scrive Roberto. “E’ una banale febbre” commenta Giulia. “Occhio che Burioni ti guarda” ironizza Paolo. In barba alle direttive dell’ Oms e ai provvedimenti emanati dal governo, i palermers non possono evitare di concedersi le bevute alla Vucciria (in Vucciria dicono loro) o in piazza Sant’Anna, nel cuore del centro storico palermitano.
Nel frattempo, al contrario, numerosi sono i locali che hanno disdetto gli eventi e accusano il contraccolpo da coronavirus. Chiusi i teatri, le discoteche, sospesi gli eventi più importanti.
Molto critico in merito alla troppa leggerezza con cui molti giovani starebbero affrontando il problema del Covid-19 è, invece, Luca Norato, uno dei soci di Unlocked, la società che gestisce una nota discoteca a Carini, che ha deciso di chiudere fino a cessata emergenza: “Appena tra un mese vi cominciano a morire i parenti, poi lo capite: stasera andatevene in Vucciria. Cercate intanto sul vocabolario la parola “asintomatici”, vi potrebbe essere d’aiuto. Ah dimenticavo, una poco di quelli in Vucciria, indovinate in che città studiano?”. Un post su Facebook il suo particolarmente pesante, che ha sortito numerosi commenti di chi ha scelto di vivere serenamente e senza usare precauzioni del caso.
“Lù ieri ero in Vucciria. Stasera nuovamente. Non ha senso chiudere le scuole e le Università per poi trovare aperte le scuole di danza o le scuole calcio. Chiudere il Mob e i Candelai per poi beccare mezza Palermo a piazza Sant’Anna. Discoteche chiuse? Ieri ho visto bar, tabacchi e pub stracolmi. Il virus, in pratica, lo becco comprando le sigarette. Oppure lo becco salutando per strada tutti i fratelli palermitani-milanesi scesi questa settimana. Già perché le discussioni alle Università saranno anche telematiche ma le lauree si festeggiano fisicamente. Ho, quindi, preferito vivere”, commenta Mirko, sempre su Facebook.
Ma Norato rincara la dose e afferma: “Ieri hanno provato a portare anche me nel casino, ho detto no, ho preso una birra in un pub tranquillo evitando saluti e contatti di ogni genere al di la di una persona, questo è l’atteggiamento che avrò, non mi barricherò in casa ma incontrerò solo persone con le quali sono obbligato per rapporti professionali o affettivi. Per il resto cambierò atteggiamento, e non vado a sudare e farmi sputacchiare in una piazza con centinaia di persone. Trovo stupido chi lo fa e sono certo che come ragazzo intelligente specie appena apprenderai le prossime notizie lo farai anche tu. Pensare che vivere sia solo bere e delirare lo trovo davvero riduttivo e credimi, se il governo ha chiuso le scuole è perchè sa molto più di quello che ci dice”.
E intanto, fra chi minimizza e si dà a serate spregiudicate in mezzo alla folla e chi avverte sui rischi del diffondersi del contagio, il capoluogo siciliano vive il suo primo vero fine settimana nell’era dell’emergenza.
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