Cresce l’utile netto di Unicredit, che nel primo semestre del 2017 tocca quota 1,9 miliardi di euro, ma non certo per i drastici tagli operati in questi mesi alle filiali e al personale. Ecco perchè il segretario nazionale della First Cisl Gruppo Unicredit, Gabriele Urzì, chiede all’istituto di credito tornare ad investire, soprattutto in una regione come la Sicilia dove da circa 10 anni non vengono fatte assunzioni.
Il risultato del secondo trimestre è 945 milioni di euro e batte le previsioni del mercato che erano per un utile netto di 676 milioni di euro. Al netto degli effetti di cambio derivanti dalla cessione di Bank Pekao (il gruppo bancario polacco) l’utile del semestre è di 2,2 miliardi mentre per il secondo trimestre si attesta a 1,3 miliardi. La banca conferma il ritorno al dividendo cash sull’esercizio 2017 con una proposta di payout del 20%, come dichiarato dal ceo Mustier.
Alla luce di questi dati il sindacato, dopo i sacrifici, “batte cassa”.
“Sono risultati eccezionali frutto anche degli ottimi accordi sottoscritti e del sacrificio dei lavoratori del Gruppo Unicredit” afferma Gabriele Urzì Segretario Nazionale First Cisl Gruppo Unicredit. L’accordo del 4 febbraio scorso – continua – prevede, oltre che le uscite per pre pensionamento (3.900), un piano di nuove assunzioni, con l’inserimento di 1.300 risorse, scaglionato in tre anni in tranches di pari entità. Visto che è confermata la volontà di dare un contributo alla crescita e sviluppo del sistema Paese, tenendo conto delle specificità geografiche e anche delle aree del Mezzogiorno e delle zone disagiate, ci aspettiamo un congruo numero di assunzioni in Sicilia dove, da dieci anni ormai, nuovi assunti non se ne vedono, se non con il contagocce”.
“ La Sicilia – spiega Urzì – contribuisce con risultati importanti agli utili aziendali ed occorre, anche per accompagnare le nuove lavorazioni, un positivo turn over di personale. Un esempio per tutti: la struttura di Unicredit Direct (Banca Telefonica) di Palermo è al top come risultati in Italia, ma è impensabile che continui a funzionare senza immissione di nuova forza lavoro, contrariamente a quanto avviene nel resto del territorio nazionale. O che si assegnino soltanto 5 lavoratori stagionali in tutta l’Isola con le filiali al collasso nel periodo estivo. Non si vive solo di Home Banking”.