La sede di RiparteSicilia è un forno senza aria condizionata. La stanza in cui entra qualche minuto dopo le 15.30 è gremita da giornalisti, fotografi e curiosi.
Il primo punto a zero Crocetta se l’aggiudica sull’aspettativa creata a cui dà corso subito, partendo dal travagliato giudizio di parifica della Corte dei conti.
Le coincidenze dei tempi in politica non sono tutto, ma servono e aiutano. Assai.
Crocetta lancia la sfida oltre l’ostacolo dell’impasse che si è venuta a creare nella coalizione di centro sinistra e nello stesso giorno Grasso comunica che chi deve mettersi il cuore in pace può farlo tranquillamente sin da subito: lui non correrà per Palazzo d’Orleans.
Le coincidenze per il momento finiscono qui, ma Crocetta alza ugualmente il tiro andando oltre con decisione:« Mi candido come cinque anni fa a luglio con un paio di scarpe da tennis, un megafono e uno zainetto sulle spalle con lo stesso entusiasmo di chi pensa che la Sicilia sia dei siciliani e non delle cricche che l’hanno devastata – ha concluso -. Mi candido per continuare a tenere aperte le porte del palazzo ai cittadini e non ai potenti di sempre».
Crocetta va all’attacco a testa bassa, calibra le distinzioni, ma non risparmia stoccate anche ad amici e alleati: Non possono decidere 4 capicorrente, qua il Messia non arriva mai. Mi sembra una situazione al limite dell’autolesionismo. Senza contare il mancato coinvolgimento della società
Pronto alle primarie senza mezzi termini il governatore siciliano che continua : «Sfido Faraone Lupo e i democratici»
Sottolinea come sarebbe inusuale non candidare un presidente uscente, lancia strali comtro i notabili locali e quelli nazionali, poi ribadisce un punto fermo:«Nessuno di questi nel Pd può dire di non avete partecipato al governo. Io ho solo dato un ritmo e metodi nuovi. Vorrei anche sottolineare che chi governa non sfascia tutto in continuità col passato se ci sono cose da prendere».
Nessuno si salva da solo dunque. E non manca la bordata a Orlando e al modello ‘Palermo’ che Crocetta tende a minimizzare ridimensionando: «Il ‘metodo Palermo’ sponsorizzato dal sindaco Palermo non è altro che quello che ho realizzato io cinque anni fa e che sto riproponendo oggi. Orlando si è candidato e i partiti lo hanno seguito con la differenza che io i partiti non li disprezzo e non faccio finta di non averli nella coalizione che mi appoggia”. Non vado a bussare alla mensa del ricco epulone, non sono abituato a fare il ruffiano e il prestanome di nessuno. Ho una mia storia che parla per me”. Quale è il ‘metodo Palermo’? Quello di Orlando che si incontra con Vizzini e Cardinale e poi dice che con lui ci sono movimenti civici – ha aggiunto. E’ una rappresentazione surrealista dirlo. I movimenti civici del tavolo di Palermo? Ognuno di loro ha fondato almeno 10 partiti».
Crocetta aggiunge poi altri passaggi sull’esperienza di governo, dalla formazione professionale, contenuta nel costo, alle partecipate gestite a suo dire fuori dalla politica, sulle gare dei pannoloni:«che adesso costano la metà rispetto a prima a questo è servito il mio cerchio magico».
Saluta Grasso verso il quale nutre profondo rispetto e annuncia buoni sondaggi che lo riguarderebbero.
Nella politica in cui ognuno dice la sua, Crocetta parte davanti a tutti.