Si allontana la ripartenza delle crociere e le notizie poco confortanti di queste ore rischiano di diventare una “doccia gelata” sulle residue speranze degli operatori economici di Taormina.
I commercianti auspicavano di poter rivedere i croceristi in città almeno a partire dal mese di luglio, ma le possibilità che riesca a riprendere questo segmento turistico già nel 2020 si riducono ormai ad un lumicino; c’è chi ha praticamente cancellato il 2020, mentre qualche altra compagnia ipotizza un’attività parziale, che vedrebbe all’inizio solo alcuni scali nei porti italiani ma senza stranieri a bordo. Anche gli agenti di viaggio hanno confermato che difficilmente si sbloccherà il mercato delle crociere e i tempi sono troppo stretti per immaginare che tutto questo comparto, vincolato a dinamiche internazionali, si possa rimettere in azione in così breve tempo. Il 2020 è un’annata compromessa e l’attenzione di alcune compagnie sembra già rivolta soprattutto alla programmazione del 2021.
A Taormina rischia di venire così a mancare in via definitiva un mercato anche molto discusso, spesso sottovalutato, ma che, comunque, aveva garantito negli anni un movimento di circa 40 mila persone in città, nel periodo tradizionalmente che va da maggio ad ottobre. Secondo alcune stime di settore si arrivava, anzi, ad almeno 50 mila turisti che raggiungevano la Perla dello Ionio nell’ambito di questo segmento specifico. Tanti bus che arrivavano al Lumbi e al Porta Catania, ma anche nel piazzale della Madonnina o al Terminal Bus, animando poi il “salotto” della Perla. La preoccupazione è forte soprattutto da parte dei commercianti della Via Teatro Greco. Nella strada che porta al principale monumento di Taormina in questa stagione verranno a mancare le persone (tra le 3 e le 5 mila a sera) che gremivano gli spettacoli al Teatro Antico, ormai cancellati, ma in particolare viene meno così un flusso, quello dei croceristi, che ogni giorno rappresentava il cuore pulsante dell’attività commerciali per i vari esercizi della zona.
Le carovane di persone che si sono sempre dirette al Teatro Antico, dalla mattina sino al pomeriggio, stavolta non ci saranno e questa assenza rischia di diventare un macigno ulteriore sull’economia del territorio, un autentico dramma per chi vive di questi flussi turistici. Si tratta di una tipologia di turismo spesso anche molto discussa, finita al centro di polemiche perché a Taormina c’è chi lamenta che non si tratta di turisti molto generosi ma oltre i luoghi comuni si parla, invece, di comitive che hanno dato ossigeno non soltanto alla Via Teatro Greco ma anche a diverse altre attività del Corso e del centro storico in generale.
Ecco perché il 2020 diventa un anno da incubo, la riapertura è una sfida sempre più complicata e ad alleviare le preoccupazioni non basta nemmeno l’annuncio da parte del Comune che almeno sino a dicembre intende bloccare il pagamento dei suoli pubblici. Rimangono le altre tasse e i fatturati sono inevitabilmente destinati a crollare. Si tratta di numerose famiglie che in delle aree come la Via Teatro Greco non avranno flussi alternativi e rischiano di dover scalare una montagna a mani nude al cospetto di questa crisi epocale. La speranza è che almeno la riapertura delle frontiere, da giugno, possa far tornare gli stranieri a Taormina e che il fascino del Teatro Antico riesca, anche senza le carovane di sempre, attrarre ridare vivacità a una Taormina che ha un gran bisogno di riaccendersi per evitare il tracollo della sua economia.