Il rebus delle consultazioni, finora poco felici, che il capo dello Stato Sergio Mattarella prova a portare avanti nel tentativo di dare un nuovo governo al Paese, si arricchirà a breve di ulteriori capitoli. Uno di questi, come papabile presidente incaricato, tra i nomi che sono circolati nelle ultime ore, riguarda l’avvocato palermitano Giulia Bongiorno, uno dei nomi simbolo della Lega nuova generazione, elemento di sintesi di un’area di centrodestra unificata e personalità vivace e di riferimento del nuovo contenitore culturale e politico che Matteo Salvini vuole avviare.
La Bongiorno ha raggiunto la celebrità dopo la difesa di Giulio Andreotti nel processo per mafia (a soli 27 anni) insieme a Franco Coppi e Gioacchino Sbacchi dal 1993 al 2004.
Ha poi curato la difesa di molti personaggi noti nell’ambito di complessi procedimenti penali di carattere tributario; tra gli altri, Gianna Nannini, Ezio Greggio, Tiziano Ferro e l’allenatore di basket Simone Pianigiani.
Ancor più d’impatto il patrocinio del 2008 dell’allora studente universitario Raffaele Sollecito, uno degli indagati per l’omicidio di Meredith Kercher, noto come delitto di Perugia dove l’imputato è stato assolto in Cassazione il 27 marzo 2015.
E nel tormentone estivo del 2015 “Maria Salvador” del rapper J-Ax una frase l’avrebbe fatta sorridere: «A me serve l’avvocato di Andreotti e Amanda Knox…».
Fonda nel 2007 con Michelle Hunziker “Doppia Difesa”, un’associazione onlus a sostegno delle donne che hanno subito violenze e abusi.
Nel 2006 fu eletta alla Camera con AN, dove diventò membro della Commissione Giustizia e del Consiglio di Giurisdizione. Il “passaggio” al PdL non la esclude dai giochi, dacché nel 2008 viene riconfermata a Montecitorio. Alle elezioni regionali nel Lazio del 2013 si candida alla carica di presidente, venendo sostenuta dalla lista Bongiorno presidente.
Cara al mondo forzista e apprezzata da Berlusconi, Giulia Bongiorno potrebbe essere la prima donna premier in un mondo di politica iperpopolato da uomini e dove si sono rese necessarie e istituzionalizzate le quote rosa per evitare ai partiti (di ogni area di riferimento) di ‘dribblare’ la possibilità di dare spazio alle donne nella composizione delle liste.
Nonostante sia un nome ‘di parte’, il profilo dell’avvocato palermitano potrebbe essere accreditato di una significativa connotazione laica. I rumors dicono che potrebbe contare sulla stima dei Cinque Stelle. Vedremo se questo basterà a darle la straordinaria chance.