Un Museo in movimento, in una visione dinamica, che guarda alla relazione con la comunità, in un’ottica di crescita comune. L’ospite della 36esima puntata di donna Sarina è Orazio Micali, direttore del Museo Regionale di Messina dal 2019. Lo incontriamo in sede ed abbiamo scelto uno dei “cantieri” interni al MuMe per raccontare come il sito stia “cambiando pelle” grazie ad una serie di progetti che, nonostante lo stop del covid, guardano avanti e sono in dirittura d’arrivo.
“Il Museo è la casa della città e come tale deve essere vista e vissuta” è la sintesi del direttore che in questi anni ha saputo affiancare alle tradizionali mostre ed eventi una serie di iniziative di grande interesse, alcune delle quali avviate nella seconda fase della pandemia, quando ad esempio il Museo è diventato location per dare la possibilità di assistere alle proiezioni del cinema . Riuscite anche le iniziative successive come spettacoli (QUI) o le manifestazioni che hanno unito varie forme di arte che si sono mirabilmente integrate con le esposizioni (QUI) Tra le tante iniziative quelle per i più piccoli (QUI ) i e il successo del premio Adolfo Celi (QUI) operando per rendere fruibile il Museo per tutte le abilità e le diverse modalità di accesso. L’arte emoziona ed eliminare ogni forma di barriera architettonica e non è una delle mission del MuMe che nel 2024 diventerà, anche nella trasformazione esterna un “faro” per la città.
Se la partecipazione alle iniziative regionali e nazionali ha portato ottimi numeri di flusso di visitatori (QUI), grande soddisfazione hanno portato mostre come ad esempio “Seguendo Caravaggio” del tutto innovativa anche nell’idea progettuale e che ha riscosso notevole successo (QUI). In programma a fine novembre c’è un appuntamento importante per ricordare l’anniversario del terremoto del 1908 che ha creato una cesura tra quello che Messina era anche come forte senso identitario e quello che non è stata più. Ma non spoileriamo per lasciare modo ai lettori de ilsicilia.it di un viaggio, per quanto breve, nel museo grazie a questa intervista.