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Il bilancio

Dai mandarini in aula ai salti sui banchi della Giunta, i momenti salienti del Consiglio comunale nell’era Lagalla

lunedì 5 Agosto 2024
Palazzo Comitini, seduta di Consiglio Comunale, Palermo

Un rimpasto all’orizzonte. Diverse delibere importanti votate. Ma il lavoro da fare è ancora tanto. Si possono riassumere così questi primi 24 mesi del Consiglio Comunale nell’era da sindaco di Roberto Lagalla.

Era il 4 agosto 2022 quando, a Palazzo delle Aquile, il gruppo di 40 consiglieri diretto dal presidente Giulio Tantillo prendeva possesso dell’aula e delle relative funzioni. In due anni, alcune cose sono cambiate. I documenti contabili del Comune di Palermo sono tornati in asse dopo i ritardi accumulati. Alcune emergenze, come quella cimiteriale, si possono ritenere alle spalle. Il settore più produttivo è stato sicuramente quello dei lavori pubblici. Sono tanti i cantieri chiusi ed altrettanti quelli aperti. I progetti all’orizzonte sono parecchi. Ma c’è da scontrarsi con le eterne emergenze, a cominciare da quella della manutenzione stradale ma passando soprattutto per la gestione della raccolta dei rifiuti in città.

Da Palazzo delle Aquile a Palazzo Comitini: il Consiglio itinerante

I momenti peculiari non sono di certo mancati. Una lista nella quale rientra una seduta di inizio dicembre 2022 nella quale il capogruppo del M5S Antonino Randazzo portò in aula un sacchetto di mandarini tardivi di Ciaculli. L’obiettivo fu quello di sensibilizzare l’attenzione del Consiglio Comunale e della Giunta sulla possibilità di rimuovere dal piano triennale delle opere pubbliche (poi votato in quella sede) il progetto del cimitero da realizzare nell’area della II Circoscrizione. Un gesto particolare ma che colpì nel segno, visto che il relativo emendamento fu votato dall’aula a maggioranza. In quell’occasione, il Consiglio Comunale si riuniva ancora a Sala delle Lapidi, storica sede del consesso cittadino situata all’interno di Palazzo delle Aquile. Luogo che ospitò anche la votazione di importanti delibere per il futuro della città e dei conti dell’Amministrazione, come l’attuale piano di riequilibrio a cui è soggetto il Comune.

Atto ratificato dalla precedente amministrazione guidata da Leoluca Orlando ma che fu modificato di molto a giugno 2023 sotto l’impulso dell’ex vicesindaco Carolina Varchi. In quell’occasione, il Consiglio Comunale diede il via libera dopo aver superato un lungo impasse generatosi fra maggioranza ed opposizione. Le opposizioni di allora fecero le barricate in aula fino a notte fonda. E qualche “franco tiratore”, al fine di mostrare il proprio dissenso su quanto stava accadendo, fece risuonare perfino alcune canzoni e sirene della polizia fra i banchi del Consiglio Comunale. Un episodio che fece sorridere i più ma che creò anche qualche malumore fra i profili più attenti della maggioranza.

Il rapporto fra maggioranza ed opposizione

Solitamente, il dibattito in aula di questi due anni è stato contraddistinto da un certo dialogo fra maggioranza ed opposizione. Nonostante le distanze ideologiche, i gruppi in questione hanno trovato più volte una sintesi su atti importanti per la città. Va detto però che in certi casi il braccio di ferro fra i due assi politici di Sala delle Lapidi, oggi Sala Martorana, è stato aspro. Come accaduto durante la trattazione del bilancio di previsione 23-25. Un atto chiave per rimettere in asse i conti, ma che fu gravato per giorni da centinaia di emendamenti presentati dal gruppo “Oso” sul capitolato, poi ridotto, relativo alle spese di rappresentanza.

Ad agosto 2023, i 40 eletti nel turno di amministrative del 2022 fu costretto a trasferirsi a Palazzo Comitini, attuale sede della Città Metropolitana. Ciò per consentire l’inizio dei lavori all’interno del Palazzo di Città. Un passaggio che non è stato mai digerito del tutto dai componenti dell’organo consiliare, costretti molto spesso a fare i conti con le difficoltà tecniche e con l’impossibilità di avere i rappresentanti degli uffici in aula.

I numerosi cambi di casacca

Un periodo, quello di fine 2023, caratterizzato anche da diversi cambi di casacca. Ad aprire le danze, in pieno luglio, fu Salvatore Di Maggio, allora consigliere comunale della Lega poi passato dalla Nuova DC di Totò Cuffaro. Poi fu il turno di Salvo Alotta e di Giovanna Rappa, entrambi ex Lavoriamo Per Palermo e passati rispettivamente a Forza Italia e alla Nuova DC. Poi fu il turno di Natale Puma, transitato da Forza Italia a Fratelli d’Italia insieme al presidente della II Circoscrizione Giuseppe Federico e all’ex assessore Andrea Mineo, finito nel vortice di un mini rimpasto anticipato necessario a far fronte ai mutati equilibri politici. Infine, gli ultimi a compiere il grande salto furono Fabrizio Ferrandelli e Leonardo Canto, transitati da Azione verso Lavoriamo Per Palermo.

I ritardi accumulati su numerosi atti

All’ombra di simili cambiamenti, sono tanti gli atti che hanno subito dei ritardi, a volte lunghi anche mesi. Come il cosiddetto regolamento movida, votato soltanto alle porte della primavera 2024. Un impasse che ha visto anche momenti passati alla storia dell’aula, come il famoso “salto” sul banco della Giunta del capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo avvenuto nella seduta del 20 dicembre 2023. A far scoppiare il caso fu un “incomprensione” sulla presenza o meno del numero legale. L’esponente meloniano, furente con l’allora presidente in pectore Giuseppe Mancuso e con il segretario generale Raimondo Liotta, prima urlò veementemente chiedendo la chiusura della seduta, per poi elevarsi sui banchi della Giunta prima e del presidente del Consiglio poi.

Al di là delle note utilizzate in una grammatica d’aula a volte finita fuori spartito, l’attuale Consiglio Comunale è riuscito a votare numerosi atti. Fra questi, alcuni progetti chiave per il rilancio della Costa Sud, come il parco a Mare dello Sperone o il futuro porticciolo della Bandita; i contratti di servizio di Sispi ed Amg; la ridestinazione degli ex fondi Gescal; lo sblocco di diversi cantieri e progetti attraverso il via libera ai piani triennali delle opere pubbliche e tanto altro. Tanto, forse troppo però, rimane ancora da votare. A cominciare dal famoso regolamento rifiuti che dovrebbe aiutare Rap a combattere gli abbandoni illeciti e la migrazione dei rifiuti, per passare poi ai contratti di servizio delle società Partecipate ad oggi scoperte. Da qualche parte bisognava pure iniziare. Adesso però c’è da portare il lavoro a termine. Una missione certamente non facile.

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